Il Foglio Febbraio 2014

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FEBBRAIO 2014

LA VIA DELL’AMORE

di P. Agostino Bartolini

Dare una definizione, anche approssimativa, alla parola “amore” ritengo che sia un’impresa difficile perché tale vocabolo, sia in sé stesso, sia nelle sue dimensioni, direzioni e sfaccettature, a seconda di come è inteso, presenta tanti di quegli aspetti che rasentano l’infinito per molteplicità e varietà.

Nel suo significato più alto, più ricco, più perfetto ed ampio soltanto la parola DIO merita tale attribuzione.

E’ infatti l’apostolo Giovanni  a darci luce ed aiuto a questo riguardo nella sua prima lettera nella quale afferma: “Dio è amore, chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui”.

Vi è un canto religioso, ne citiamo per ora due sole strofe, che ripete più o meno quello che ha detto l’apostolo che Gesù amava. Ecco: “L’amore è Dio, chi resta nell’amore in Dio rimane e Dio rimane in lui. L’amore è santo, è forza che purifica e santifica, è fuoco dello spirito di Dio”.

La manifestazione più grande e più chiara di detto amore è Gesù Cristo, lo dice Lui stesso nel colloquio che una notte ebbe con un alto personaggio della classe farisaica che era andato a trovarlo, Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da mandare il Figlio suo nel mondo, non a giudicare il mondo, ma a salvarlo, affinché nessuno perisca, ma abbia la vita eterna”:

Anche sul fiume Giordano, dopo che Giovanni, figlio di Zaccaria e di Elisabetta, ha battezzato Gesù, e sul monte Tabor, nell’episodio della trasfigurazione di Gesù davanti agli apostoli Pietro, Giacomo il maggiore e Giovanni, i cieli si aprono e dall’alto si ode la voce potente dell’Eterno Padre che proclama:”Questi è il mio figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto”.

Gesù Cristo, come dio, è l’amore in tutto uguale al Padre, perché il Padre è in Lui ed Egli nel Padre, Lui ed il Padre sono una sola cosa; siccome in Lui vi è la pienezza della divinità, possiamo affermare – con tutta sicurezza – che Gesù è amore, è l’amore.

Ora, però, sappiamo dal Vangelo, che ci riporta le parole precise di Gesù, che Cristo è l’unica via che porta al Padre, che porta alla salvezza. E’ lo stesso Cristo che afferma: “Nessuno arriva al Padre se non per mezzo di me. Io sono la via”.

Allora, confortati da tali affermazioni divine, possiamo dire che la via che porta alla salvezza è l’amore, la via dell’amore è l’unica che ci conduce a Dio.

La verifica se si è imboccata veramente e si percorre la via dell’amore e si persevera in essa senza sbandare né a destra, né a sinistra, sta nella constatazione sincera e spassionata se si accettano e si osservano i comandamenti di Dio, i quali manifestano all’uomo la volontà divina, sono la segnaletica sicura della direzione che porta al cielo.

Ricordiamo l’episodio evangelico del giovane che si presenta a Gesù e gli chiede: “Maestro, cosa devo fare per andare alla vita eterna?”. La risposta di Gesù è semplice e chiara: “Se vuoi andare alla vita eterna osserva i comandamenti”.

I comandamenti, o decalogo, che si trovano nei libri biblici dell’Esodo e del Deuteronomio, riassumono la legge naturale che ogni uomo è obbligato ad osservare nella loro interezza, Gesù li ha perfezionati, e possiamo dire semplificati, riducendoli all’osservanza della legge dell’amore, amore a Dio, amore a sé stesso in quanto creatura di Dio fatta a sua immagine e somiglianza, quale tempio dello Spirito Santo, quale soggetto santificato dai sacramenti e chiamato alla santità ed alla vita eterna, e l’amore verso il prossimo, in quanto anch’esso creato da Dio a sua immagine e somiglianza, di fatto o per vocazione, membro del corpo mistico di Cristo ed una cosa sola con Lui e dunque partecipe della medesima natura divina.

Anche l’insegnamento apostolico ripete: “Chi ama il prossimo ha adempiuto la legge”. Gesù stesso, nel Vangelo, ricorda: “Amerai il Signore dio tuo il cuore, con tutta la mente e con tutte le tue forze. Poi amerai il prossimo tuo come te stesso”.

Torniamo ancora a ripetere che la via dell’amore, come l’intendono Dio e il suo Cristo, è l’unica che porta alla salvezza, che porta al Paradiso.

Cosa è, dov’è, com’è il Paradiso? Il linguaggio umano è del tutto impari ed inadeguato ad esprimere realtà divine ed eterne. Penso, però, di non andare molto errato a dire che il Paradiso è Dio. Ritengo che il Paradiso sia espresso da due frasi bibliche: “Entra nel gaudio del tuo Signore”. E “Dio tutto in tutti”.

Per andare a parole e frasi più comprensibili, il Paradiso è l’amicizia con Dio, l’amicizia con Gesù, perché nella vera amicizia vi è la stretta comunione di pensieri, di sentimenti, una comunione di ciò che una ha e di ciò che uno è.

Anche in questo caso la verifica se siamo nel giusto o no è l’osservanza fedele ed integrale dei comandamenti divini. Può darsi che, in questo momento storico, a tale osservanza non si dia l’importanza che ha e che merita.

Ogni riforma, di qualsiasi genere essa sia, civile o religiosa o di altro tipo, non si realizza se non la s’impronta e si svolge su tale osservanza.

A conclusione della nostra conversazione ascoltiamo l’apostolo Giovanni, ascoltiamo Gesù stesso: “Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio. Chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo figlio unigenito nel mondo perché noi avessimo la vita per mezzo di Lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi e ha mandato il suo figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”. (I Giov.4, 7-10).

“Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore, come io osservo i comandamenti del Padre e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Voi siete miei amici se osservate quel che vi comando. Questo vi comando: – Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. (Giov. 15, 9-17).

 

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