Chi sa sperare ed è paziente costruisce pace e futuro
È al valore di cui il mondo oggi ha particolarmente bisogno, la speranza in Gesù fa “attraversare le notti più buie”, chi crede nella risurrezione è un “tessitore del bene” e sa “con certezza che nessuna sconfitta e nessuna morte è per sempre”
La speranza “è un regalo che viene direttamente da Dio”. Per questo è una virtù ‘teologale’ così come la fede, tema dell’udienza generale della settimana scorsa, e la carità. Nella catechesi di oggi in Piazza San Pietro, il Papa riflette sulla speranza, di cui oggi c’è tanto bisogno, affermando che essa “è la risposta offerta al nostro cuore, quando nasce in noi la domanda assoluta: “Che ne sarà di me? Qual è la meta del viaggio? Che ne è del destino del mondo?”.
Cristo risorto è il fondamento della speranza
Se il cristiano ha in cuore la speranza non è però per merito proprio, prosegue il Papa, perché la speranza “non è una ostinazione di cui vogliamo autoconvincerci, ma è un regalo che viene direttamente da Dio”. Il cristiano crede nel futuro “perché Cristo è morto e risorto e ci ha donato il suo Spirito”. L’apostolo Paolo lo ricordava alla comunità di Corinto avvertendo che “se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede” e anche i morti sono perduti.
La speranza è tensione verso il futuro
La speranza, afferma ancora il Pontefice, “è la virtù di chi ha il cuore giovane”, qualunque età abbia, perché è “tensione permanente verso il futuro”. Così vivevano Simeone e Anna, i due vecchi di cui ci parla il Vangelo, che seppero riconoscere in Gesù, portato al Tempio, il Messia. “Che grazia se fosse così per tutti noi!”, esclama Francesco. Che grazia se “dopo un lungo peregrinare, deponendo bisaccia e bastone, il nostro cuore si colmasse di una gioia mai provata prima e anche noi potessimo esclamare”, con le parole di Simeone:
“Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”.