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Novena Amata Serva di Dio 2025 – 3° Giorno

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Terzo giorno
la vita


46Allora Maria disse: Grande è il Signore: lo voglio lodare. 47Dio è mio salvatore: sono piena di gioia. 48Ha guardato a me, alla sua povera serva: tutti, d’ora in poi, mi diranno beata.49Dio è potente: ha fatto in me grandi cose, santo è il suo nome. 50La sua misericordia resta per sempre con tutti quelli che lo servono. 51Ha dato prova della sua potenza, ha distrutto i superbi e i loro progetti. 52Ha rovesciato dal trono i potenti, ha rialzato da terra gli oppressi. 53Ha colmato i poveri di beni, ha rimandato i ricchi a mani vuote. 54Fedele nella sua misericordia, ha risollevato il suo popolo, Israele. 55Così aveva promesso ai nostri padri: a favore di Abramo e dei suoi discendenti per sempre’. 56Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi. Lc 1, 46-56

Amata Cerretelli nacque a Campi Bisenzio (FI) l’11 gennaio 1907 da Giuseppe e Maria Isola Arrigoni; il giorno 17 ricevette il Battesimo nella Pieve di S. Stefano a Campi.
All’età di sette anni ricevette il sacramento della Cresima e l’11 giugno del 1916 si accostò per la prima volta alla S. Eucarestia. A partire dai nove anni Amata soffrì di varie forme di malattia, a volte inspiegabili, che i medici, molto genericamente, riconducevano a forme di reumatismi acuti e che all’età di diciotto anni la costrinsero ad un riposo forzato a letto per oltre sei mesi, con complicanze date da pericardite e
pleurite. Nonostante le difficoltà fisiche, con la semplicità che la contraddistingueva, Amata continuò a coltivare con cura la sua vita spirituale, accostandosi frequentemente all’Eucarestia e aprendosi con carità alle necessità delle persone più povere e bisognose di aiuto. L’Eucarestia fu per lei una vera consolazione, che viveva in modo assai semplice ed immediato: uno stare con Gesù, abbracciarlo e lasciarsi abbracciare.

In questi momenti intensi Amata sentiva come una voce che nel suo cuore le ripeteva: Fammi conoscere, fammi amare, Amata del mio cuore. Le prime peripezie iniziarono nel 1922, anno che segnò l’inizio del declino economico della famiglia Cerretelli. Amata sopportò con eroica rassegnazione il dissesto economico, che culminò nel 1935 con la perdita della casa di proprietà e dell’attività di famiglia.
Nonostante le vicissitudini familiari, la fede in Gesù, la fiducia nella Divina Provvidenza e l’attenzione ai più poveri non vennero mai meno nella vita di Amata. A causa di una nefrite e di problemi alla colonna vertebrale, dal 1936 al 1940 Amata subì almeno quattro interventi chirurgici, per altro senza ottenere i benefici auspicati. Purtroppo, però, la cagionevole condizione di salute non le permise di trovare occupazioni durature, ma solo lavori saltuari.

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