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Novena Amata Serva di Dio 2025 – 5° Giorno

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Quinto giorno
la spiritualità carmelitana


41Elia disse ad Acab: «Va’ a mangiare e a bere, perché c’è già il rumore della pioggia torrenziale». 42Acab andò a mangiare e a bere. Elia salì sulla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la sua faccia tra le ginocchia. 43Quindi disse al suo servo: «Sali, presto, guarda in direzione del mare». Quegli salì, guardò e disse: «Non c’è nulla!». Elia disse: «Tornaci ancora per sette volte». 44La settima volta riferì: «Ecco, una nuvola, piccola come una mano d’uomo, sale dal mare».

Elia gli disse: «Va’ a dire ad Acab: «Attacca i cavalli e scendi, perché non ti trattenga la pioggia!»». 45D’un tratto il cielo si oscurò per le nubi e per il vento, e vi fu una grande pioggia. Acab montò sul carro e se ne andò a Izreèl. 46La mano del Signore fu sopra Elia, che si cinse i fianchi e corse davanti ad Acab finché giunse a Izreèl. 1Re 18, 41-46

Docile alla guida del suo direttore spirituale, Amata continuò il suo percorso accanto a padre Agostino Bartolini e il 12 febbraio 1958, nella chiesa del Carmine di Pisa, fece il suo ingresso nel Terz’Ordine Carmelitano, prendendo il nome di Amata di Gesù; il 9 maggio 1959 emise la professione solenne, dedicandosi totalmente al Signore. Amata continuò la sua vita nell’amore a Dio e al prossimo e verso la metà degli anni ’50 si trasferì nella vicina Prato, ospite della famiglia di Edo Gelli, dove vi rimarrà fino alla morte.

Gli ultimi mesi della vita di Amata furono connotati dalla recrudescenza dei suoi mali: fu investita da febbri altissime, cistite acuta e forti dolori all’orecchio sinistro ma, seppur duramente provata nel corpo, si abbandonò finalmente nelle mani del Signore. Il fisico, fortemente debilitato, non resse a questo ulteriore attacco e Amata si spense serenamente attorno alle 10 del mattino del sabato 26 gennaio 1963. Una folla commossa partecipò ai suoi funerali, che si svolsero nella chiesa parrocchiale di Coiano il 28 gennai . Le sue spoglie mortali furono tumulate nel cimitero della Misericordia di Prato. La sua tomba e la stanza dove visse gli ultimi anni della sua vita sono meta di pellegrinaggi e molti fedeli si affidano alla sua intercessione. L’ultimo lunedì del mese è da molti anni un appuntamento fisso per tante persone che si recano alla sua tomba per la recita del S. Rosario.

La sua esemplarità di vita e le sue straordinarie virtù cristiane suscitarono già in vita l’ammirazione di molti, che ne seguirono l’esempio entrando a far parte del Movimento “La Famiglia” e del Terz’Ordine Carmelitano. Oggi la fama di santità di Amata Cerretelli è diffusa in tutti i luoghi in cui è presente il Movimento “La Famiglia” e nell’ambito del Terz’Ordine Carmelitano, dove è apprezzato e imitato il suo esempio di apostolato laicale fecondo, fondato sulla consacrazione battesimale. La sua capacità di accettare serenamente le sofferenze come segno di unione alle sofferenze di Cristo, ci ricorda che ogni persona ha sempre e comunque unadignità e che in qualunque stato può contribuire alla costruzione del Regno di Dio su questa terra.

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