Il Foglio Dicembre 2010

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DICEMBRE 2010

Dio, amore e luce è con noi

di P. Agostino Bartolini

La solennità del Natale di nostro Signor Gesù Cristo, che ci accingiamo a celebrare con letizia e amore, non possiamo limitarla all’esecuzione delle nenie pastorali, all’invio di lettere e cartoline augurali ed allo scambio di visite e di regali, cose belle sì e simpatiche, ma soltanto marginali e superficiali, che hanno un significato ed un valore solo se sono la sincera espressione di una gioia interiore e di un pensiero di affetto disinteressato gli uni verso gli altri.
La grandezza, la bellezza e l’importanza del Natale del Signore è nell’amore che Dio ha dimostrato agli uomini inviando, in mezzo ad essi,rivestito di umana natura, il suo Verbo Eterno, il Suo Figlio Unigenito.
Rallegriamoci tutti nel Signore perché è nato nel mondo il Salvatore.
Oggi la vera pace è scesa a noi dal cielo. Ora su di noi splenderà la luce perché è nato per noi il Signore, Dio Onnipotente sarà il suo nome, principe della pace, Padre di eternità, il suo Regno non avrà fine.
Il Verbo di Dio, facendosi uomo, è venuto a risplendere sulle nostre strade ed illumina ogni uomo che viene in questo mondo. Solo chi si apre a questa luce comprenderà l’amore di Dio verso gli uomini.
Il Figlio dell’Altissimo ora lo contempliamo nato da Maria Vergine nel tempo e la sua presenza fra di noi riveste il mondo di luce e di gioia che nessuno può togliere.
Per renderci meglio conto della grandezza e della natura di chi è venuto in mezzo agli uomini per amore, in tutto simile all’uomo eccetto il peccato, ascoltiamo dal Libro Sapienziale dell’Antico Testamento: “Il Signore mi ha creato all’inizio della sua attività, prima di ogni sua opera fin da allora. Dall’eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi io fui generata, quando ancora non vivevano le sorgenti cariche di acqua, prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline io sono stata generata. Quando ancora non aveva fatto la terra ed i campi né le prime zolle del mondo, quando Egli fissava i cieli io ero là; quando tracciava un segno sull’abisso, quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell’abisso, quando stabiliva al mare i suoi termini sì che le acque non ne oltrepassassero la spiaggia, quando disponeva le fondamenta della terra, allora io ero con Lui come architetto ed ero la sua delizia ogni giorno. Mi rallegravo davanti a Lui in ogni istante, mi ricreavo sul globo terrestre ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo”. (Proverbi 8, 22-31).
Giovanni, l’apostolo, nel meraviglioso prologo del suo Vangelo, ci descrive il più grande avvenimento della storia del mondo con le seguenti parole, ricordiamolo bene che l’avvenimento più straordinario della storia, della storia universale, è la venuta di Dio in mezzo a noi; il Dio invisibile si è reso visibile, il Dio purissimo spirito si è reso palpabile assumendo natura umana, rivestendosi della nostra carne ed apparendo sotto l’aspetto di un neonato partorito da una vergine.
Ecco le parole dell’apostolo: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio. Per mezzo di Lui Dio ha creato ogni cosa, senza di Lui non ha creato nulla. Egli era la vita, e la vita era la luce degli uomini. Il Verbo si è fatto uomo ed ha vissuto in mezzo agli uomini. Noi abbiamo contemplato il suo divino splendore”. (Giovanni, 1, 1-14).
Dio è già in mezzo a noi, Egli, il creatore dell’universo, è apparso nell’umiltà e nella debolezza e nella povertà di un bambino per ispirare fiducia ed amore nei nostri cuori. Ha voluto rendersi bisognoso di aiuto e di difesa per incoraggiare l’uomo a non diffidare, a non lasciarsi vincere dalle sofferenze e difficoltà che si incontrano lungo il corso dell’esistenza terrena e per dirci che tutto ciò che prima costituiva un’amara conseguenza del peccato, adesso, per Lui e con Lui, costituisce un motivo di perfezionamento interiore, di merito e di gloria futura.
La solennità del Natale, la solennità della Madre di Dio, o Capodanno, la solennità dell’Epifania e della Sacra Famiglia di Nazareth sono per tutti gli uomini una grande luce che illumina il loro cammino dall’inizio fino al suo epilogo, una luce divina che cambia l’aspetto delle cose, sono una forza di grazia che purifica e santifica e che infonde nei cuori speranza e consolazione.
Celebriamo con riconoscenza l’intervento dell’amore di Dio nella nostra storia, celebriamo con letizia la sacra liturgia del ciclo natalizio e facciamoci coraggio nella certezza che Dio è con noi, siccome Egli è realmente con noi, consoliamoci perché nulla e nessuno ci può separare dall’amore che Lui ha per noi.
Ascoltiamo ancora la Parola di Dio ad aumento della nostra fede, della nostra speranza e del nostro amore riconoscente: “Carissimo, è apparsa la grazia di Dio apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rifiutare l’empietà e i desideri mondani, a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e formare un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone”. (Tito 2, 11-14).

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