Il Foglio Luglio 2010

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LUGLIO 2010

Giustizia e benevolenza di Dio

di P. Agostino Bartolini

L’uomo non deve mai disperare riguardo alla sua sorte perché viene sempre, prima o poi, il momento favorevole per la sua realizzazione e per il conseguimento di quanto e di quello che egli giustamente desidera.
Veramente, a volte , si presentano situazioni difficili nella vita di una persona, situazioni che mettono a dura prova la fiducia e la resistenza, ma una speranza in cuore bisogna sempre averla, anche se le apparenze non la ispirano. Certamente la vita, nella maggior parte dei casi, è attesa, un’attesa di qualcosa che occorre, di qualcosa che si desidera, di qualcosa che si sogna, di qualcosa che, spesso, tarda a venire.
La pazienza, la fortezza di animo e la perseveranza sono disposizioni interiori indispensabili all’uomo e lo sostengono e lo aiutano. Nell’esperienza quotidiana di ogni tempo, di ogni giorno, sono rari i casi in cui l’uomo ha realmente o può avere tutto e subito. Occorre farsi coraggio, non gettare le armi o la spugna, come si suol dire, nel combattimento o nella gara sportiva; è la vita dell’uomo in questo mondo, come afferma il Libro di Giobbe e l’apostolo Paolo nelle sue lettere, è un combattimento continuo contro forze e difficoltà di ogni genere, ed una gara sportiva che richiede fiducia ed equilibrio.
Se quanto abbiamo cominciato a dire vale per l’uomo nell’ambito puramente umano, assai più valore lo ha nel campo spirituale. La vita spirituale dell’uomo è paragonata ad un campi nel quale il proprietario, che è Dio, manda i lavoratori in varie ore del giorno, dalla mattina presto, all’ora prossima al tramonto. Ognuno di questi operai o lavoratori è ogni singolo uomo che sente nel suo cuore un invito all’azione, comprende l’importanza ed il valore del suo lavoro e che si decide prontamente all’opera non appena il proprietario del terreno lo chiama e lo invia con la sicura promessa della ricompensa al termine della giornata lavorativa.
E’ opportuno che lì’uomo faccia un ragionamento, che prenda a cuore la sua ragione di essere come uomo e si premuri, con prontezza e buona volontà di iniziare bene, di proseguire e di portare e compimento l’opera assegnata.
Nel suo cammino spirituale, il credente, sa bene che non è mai solo, sa bene che la perfezione, Dio, col quale è invitato ad incontrarsi è più vicino di quanto l’uomo stesso possa pensare perché Dio, essendo l’immenso, circonda, abbraccia e penetra l’uomo fin nel più profondo del suo intimo. L’uomo, per trovare Dio, non ha bisogno di andare lontano, non importa che vada chi sa dove, ma con fiducia e sincerità lo cerchi in sé medesimo e lo troverà sicuramente perché è sempre Dio che prende l’iniziativa, mediante la sua grazia, quando si tratta di indurre l’uomo alla ricerca della fede, alla ricerca della verità e della volontà divina per compierla con mente pura ed animo sincero.
Si può dire che Dio si nasconde nell’intimo dell’uomo, questi basta che entri in sé stesso con vivo desiderio di verità ed amore, e Dio si fa sempre trovare.
Il profeta Isaia, parlando a nome del Signore stesso, dice: “Cercate il Signore mentre si fa trovare, invocatelo mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e l’iniquo abbandoni i suoi pensieri, ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono come i vostri pensieri e le vostre vie non sono come le mie vie – oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie ed i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”. (Isaia 55, 6-9).
La chiamata definitiva di Dio non guarda l’età dell’uomo o altre situazioni e dimensioni prese in considerazione dalla mente umana, Dio ha i suoi tempi, ha i suoi modi, ha le sue scadenze e le sue modalità. Di fronte all’eternità nessuno è giovane, nessuno è vecchio, come afferma il Salmo: “Signore, mille anni davanti a te sono come il giorno di ieri che è passato, ed un giorno solo è come mille anni”.
Pertanto il modo di valutare da parte di Dio è diverso dal modo umano, come è stato chiaramente detto nella profezia di Isaia sopra riportata.
E’ importante rispondere subito quando Dio chiama. E’ il Salmo 94 che ci richiama all’attenzione: “Oggi se udrai la voce del Signore non indurire il tuo cuore”. L’oggi di Dio è l’eternità, l’oggi per l’uomo, indipendentemente dalla sua età, è il momento in cui la voce e la grazia di Dio si fanno sentire alla mente e al cuore dell’uomo.
Maria di Betania, rimasta in casa con altre persone a piangere il fratello Lazzaro già morto e sepolto da tre gironi, appena le viene riferito: “Il Maestro è qui fuori e ti chiama” si alzò, si mosse e subito di corsa gli andò incontro. Così l’uomo, ogni uomo, il credente che non ha ancora un’idea precisa riguardo a che fare, a cosa fare e quando incominciare, appena sente l’invito che gli dice: “Vai anche tu a lavorare nella mia vigna”: (Matteo 20, 1-16), deve muoversi subito, perché la grazia dello Spirito Santo non conosce indugi.
L’uomo vada contento, lavori con solerte attenzione, faccia il suo compito di fedele operaio; al termine del suo turno riceverà la ricompensa dovuta. Chi ha lavorato di più e chi ha lavorato di meno? Soltanto Dio può saperlo, da quanto ci è stato detto sopra le dimensioni del tempo spariscono. La ricompensa sarà tanto grande che ripagherà più che largamente chi ha lavorato sia per una sola ora che per tutta la giornata: “Quel che nessuno ha mai udito, quel che nessuno ha mai immaginato, Dio lo ha preparato per quelli che lo amano”. (I° Corinzi 2,9).

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