Il Foglio Maggio 2010
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MAGGIO 2010Grandezza di Dio e dignità dell’uomodi P. Agostino Bartolini |
Che Dio è grande, l’unico veramente grande, ce lo rivelano, con chiarezza ed abbondanza, i Libri Sacri dell’Antico e del Nuovo Testamento. Infatti dai medesimi libri ci viene rivelato che Dio è la pienezza dell’essere, che è l’Essere perfettissimo, creatore del cielo e della terra, dell’universo intero visibile ed invisibile, che Dio è purissimo spirito, che è l’Eterno, senza principio e senza fine, che è l’Onnipotente, il creatore che con la sua potenza e volontà ha tratto dal nulla tutte le cose. La Divina Rivelazione continua a dirci che Dio è sapienza ordinatrice, che tutto è stato fatto da Lui, come Lui ha voluto, a tutto e a ciascuno ha dato un fine ed una modalità di azione, restando sempre lui il padrone di tutto e di tutti ed il fine supremo di tutto e di ogni singola cosa, di ogni singolo essere. Pertanto, ricapitolando un po’, Dio è l’onnipotenza, l’onniscienza, l’onnipresenza, è il Santo dei Santi, l’unico veramente santo, sorgente e datore di santità. Dio è bellezza infinita, armonia ammirabile, è la forza che tutto muove restando immobile, non avendo Egli bisogno di trasferirsi da un posto all’altro essendo Egli l’immenso e come tale non può essere contenuto, ma Egli tutto circonda, tutto abbraccia, tutto penetra perché non vi è alcunché lo possa impedire o condizionare nel fare quello che vuole e come vuole; Dio è provvidenza, è l’amore ed il datore di ogni dono. Dio è amore, è quindi il padre della vita, è un fuoco che tormenta, un fuoco che purifica, un fuoco che santifica, un fuoco che beatifica perché emana luce, splendore ed amore, anzi è Lui la luce, lo splendore e l’amore. Dio, rimanendo sempre e dovunque il medesimo, viene percepito dalla creatura nella misura, nel modo e nella capacità secondo che la natura e lo stato della creatura le consente, secondo le sue capacità. A nostro conforto e a nostro avvertimento ci viene rivelato che Dio è presente ovunque e che nulla e nessuno può sfuggire e nascondersi al suo sguardo. Ascoltiamo: “Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando mi seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie, la mia parola non è ancora sulla mia lingua e tu, Signore, la conosci tutta. Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. Stupenda per me è la tua saggezza, troppo alta ed io non la comprendo. Dove andare lontano dal tuo spirito e dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo nei cieli, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. Se dico: “Almeno l’oscurità mi copra e intorno a me sia la notte”, nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno. Per te le tenebre sono come luce. Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo. Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro, i miei giorni erano fissati quando non ne esisteva uno”. (Salmo 138, 1-16). Dopo aver contemplato Dio per quanto a noi possibile, pur seguendo l’insegnamento divino, avviciniamoci adesso all’uomo per conoscerlo meglio e per considerarlo in quell’atmosfera di nobiltà e di grazia in cui Dio ha costituito questa sua creatura. In altre conversazioni abbiamo già considerato o vedremo, a Dio piacendo, la misericordia e la pochezza dell’uomo , ora soffermiamoci ai suoi lati veramente belli e importanti. Anche per chi possiede una modesta conoscenza della Sacra Scrittura, conosce bene da questa che l’uomo è creatura di Dio, è un essere ragionevole dotato di volontà e di libertà, composto di anima e di corpo, l’anima è immortale, il corpo muore e ritorna polvere, ma per disposizione divina è destinato alla risurrezione e alla vita eterna. L’uomo è immagine e somiglianza di Dio, anzi è figlio di Dio, su questo non c’è nessun dubbio, perché Gesù stesso, quando ci ha insegnato a pregare, ci ha detto di invocare Dio con nome di “PADRE”. L’uomo è legato a Dio, non per suo volere o per sua scelta, ma perché la bontà di Dio si è degnata di stabilire con l’uomo un’alleanza di vita, di pace, di salvezza. La manifestazione di Dio sul mote Sinai, la venuta di Gesù in mezzo a noi, la sua passione, morte e risurrezione sono i momenti solenni della stipulazione di questa alleanza. L’uomo è tempio di Dio come dice il beato apostolo Paolo: “Non sapete che voi siete tempio di Dio e che lo Spirito Santo di Dio abita in voi?”. L’uomo è termine dell’amore di Dio; è Giovanni l’evangelista che ci riporta le parole precise di Gesù: “Dio ha tanto amato il mondo, gli uomini, da mandare il Figlio suo nel mondo non a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo”. L’uomo è amico di Dio. Dio è amore e cerca amore. Gesù, rivolgendosi ai suoi discepoli dice: “Voi siete i miei amici se farete quello che io vi dico”. Siccome Dio non vuol essere temuto ma essere amato, ora dove c’è un rapporto sincero di amore, la condivisione dei medesimi pensieri e sentimenti, vi è la vera amicizia. L’uomo è funzionario di Dio. Il Creatore ha affidato all’uomo sulla terra l’opera della creazione perché la custodisca, la coltivi e la perfezioni. All’uomo ha affidato la trasmissione della vita , che è sempre un dono divino, e Gesù ha affidato all’uomo la predicazione della sua parola di verità, l’amministrazione dei suoi sacramenti che sono mezzi di grazia e di salvezza, all’uomo ha affidato le chiavi del Regno dei Cieli. L’apostolo Paolo ci ripete: “Voi siete la stirpe eletta, la nazione sacra, il sacerdozio regale, la Chiesa di Cristo, il popolo di conquista divina”. Per terminare questa nostra conversazione sulla nobiltà dell’uomo, ascoltiamo quale ricchezza e bellezza che Dio goi ha affidato e per quale finalità: “Dio formò l’uomo dalla terra, lo creò a sua immagine e di nuovo lo fa ritornare alla terra. Secondo la sua natura lo rivestì di forza. Assegno a lui un numero di giorni, un dato tempo, gli diede l’impero (l’affidamento) delle cose che sono sopra la terra. Secondo la natura lo rivestì di forza. Diede loro consiglio, lingua, occhi, orecchi, diede loro un cuore per pensare, lo riempì del sapere dell’intelletto. Creò in essi la scienza dello Spirito, riempì il loro cuore di senno e fece conoscere loro il bene e il male. Pose il suo occhio sopra i loro cuori per mostrare loro le grandezze delle sue opere affinchè esse diano lode al nome santo di Dio e lo glorifichino nelle sue meraviglie, raccontino la grandezza delle sue opere. Di più diede loro la scienza e, come retaggio, la legge della vita. Stabilì con essi un patto eterno e fece loro conoscere la sua giustizia e i suoi comandamenti” (Sir.17,1-9). |
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