Il Foglio Gennaio 2011

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GENNAIO 2011

La cosa importante

di P. Agostino Bartolini

Prima di tutto è bene conoscere la cosa importante, la cosa più importante.
Secondo la sapienza ed il linguaggio umano le cose importante sono molte e molteplici, perché l’importanza di esse dipende molto dalla conoscenza che abbiamo di esse, dal punto di vista sotto il quale vengono considerate, dal fine che attraverso di queste si vuole e si cerca di raggiungere, perciò si dice “cosa importante” tutto ciò che, se posseduto ed utilizzato in un certo modo, può condurre al possesso ed al godimento di certi beni, di alcuni diritti, di vari privilegi ed agii, in pratica tutto ciò che garantisce benessere, ricchezza, sicurezza e stabilità in questo possesso ed in questo godimento.
Penso che sia bene qui fare una distinzione, una distinzione suggerita dall’apostolo Paolo, che considera l’uomo sotto l’aspetto puramente umano e terreno e l’uomo considerato sotto l’aspetto spirituale ed eterno.
Il primo cerca un bene immediato, un bene che si possa godere subito o a scadenza breve, un bene che si mantiene nell’ambito del tempo dell’esistenza sulla terra, si cerca  l’immediatezza, la facilità senza badare alla moralità, o badandoci relativamente, dei modi e dei mezzi per arrivare a quanto si desidera, possibilmente tutto e subito.
L’uomo, considerato sotto l’aspetto spirituale ed eterno, invece, ritiene importante tutto ciò che può aiutarlo a vivere ed a perfezionarsi, ad andare avanti, ma la sua visione, il suo desiderio, la sua meta, il suo sforzo è di giungere al possesso ed al godimento di un bene che non fa parte del tempo, ma che fa parte dell’eternità, quindi per lui è importante quella cosa che, anche per conseguirla, occorrono tempo, pazienza, fatica e sacrificio, dona una pace e una sicurezza che non potrà essergli tolta da nulla e da nessuno; cerca quindi un possesso ed un bene non tempo del tempo, ma assai più dell’eternità, nella piena convinzione che l’uomo è un essere ragionevole composto da anima e corpo: il corpo muore e tutto ciò che è materiale rimane di qua, l’uomo non porta nulla con sé, nudo è nato dalla madre terra. L’anima, invece, vive e dopo la separazione dal corpo sconfina nell’eternità nella quale vive ed avrà quanto la sua vita e le sue azioni avranno cercato e meritato.
Per comprendere meglio, a questo riguardo, andiamo al bellissimo episodio che si svolge nella casa di Betania, come ce lo riporta l’evangelista Luca al capitolo 10, 38-42 del suo Vangelo. Gesù è ospite delle sorelle Marta e Maria e di Lazzaro loro fratello. Marta è tutta occupata nell’offrire una buona accoglienza a Gesù ed ai suoi discepoli, Maria invece si è posta calma e serena, seduta ai piedi di Gesù e ne ascolta attentamente la parola. Ad un intervento di Marta presso Gesù perché dica a sua sorella Maria di andare ad aiutarla nel disbrigo delle faccende domestiche, Gesù risponde: “Marta, Marta, tu ti affanni per troppe cose, Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta”.
Interpretando la risposta di Gesù a Marta, che umanamente pensando aveva ragione, ci sembra di essere autorizzati che la cosa veramente importante nel tempo e per l’eternità è:ascoltare attentamente la Parola di Dio, meditarla devotamente per scolpirsela nel cuore, praticarla con fede ed amore, con fedeltà e perseveranza.
Gesù lo ripete più volte nel Vangelo: “Chi avrà perseverato sino alla fine costui si salva”.
Tutto ciò che Dio dice all’uomo è magnificamente condensato nel Primo Comandamento della Legge, ecco la risposta divina: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la tua mente”. Questo è il più grande ed il primo dei comandamenti. Il secondo è simile al primo: “Amerai il prossimo tuo come te stesso.Da questi due comandamenti dipende l’osservanza di tutta la Legge ed i Profeti”. (Matteo 22, 34-40).
Ricordiamoci ancora, ammaestrati dall’apostolo Paolo che “non abbiamo qui una stabile dimora, ma ne andiamo cercando una futura”.
Passiamo, allora, immediatamente all’azione per assicurarci una stabile dimora in cielo dalla quale nessuno mai potrà estrometterci.
Che dobbiamo amare Dio prima e sopra tutti e tutto ci si arriva con facilità a capirlo, meno facilmente a praticarlo, spesso ci resta assai difficile capire e praticare l’amore verso il prossimo, questo amore – non di rado – cerchiamo o pensiamo di poterlo condizionare nei modi, nel tempo, nei vari aspetti, eppure l’osservanza di questo comandamento è importante, anzi indispensabile come abbiamo udito dalla bocca di Gesù stesso.
Riguardo a questo proposito ci viene data un’istruzione precisa e dettagliata dalla Sacra Scrittura stessa, ascoltiamo attentamente con apertura di mente e di cuore: “Così dice il Signore: non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perche voi siete stati forestieri nel paese di Egitto. Non maltratterai la vedova e l’orfano. Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sia con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli nessun interesse. Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, tu glielo devi rendere al tramonto del sole perché è la sua coperta, è il mantello per la sua pelle, come potrebbe coprirsi dormendo?” (Esodo 21, 22-27).
Per quanto ci è possibile nelle presenti circostanze della vita “cerchiamo di vivere ed agire con perseverante amore di servire al Dio vivo e vero e attendiamo dai cieli il suo Figlio che Egli ha risuscitato da morte, Gesù Cristo, che ci libera dall’ira ventura” (I° Tessalonicesi 5, 7-10).

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