Il Foglio Febbraio 2012

0
Condivisioni
WhatsApp Telegram

logoilfoglio

FEBBRAIO 2012

La mia vita è Cristo – 2° parte

Nel ricordo di Amata di Gesù – anno 1993

di P. Agostino Bartolini

Due sposi sono due in una carne sola, ora se ciò avviene fra persone nell’ambito puramente materiale, nell’ambito umano, molto più perfettamente ciò si verifica nel piano dello Spirito perché chi si unisce spiritualmente al Signore diventa un solo spirito con Lui.Personalmente intendo la vera devozione come una continua intimità di vita con Lui. Voi sapete che Dio è amore, chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. Questa mia devozione che mi dona luce, forza, gioia, che rinnova le mie energie, è continuamente alimentata da Gesù Eucarestia che ogni mattina, quando mi posso alzare, vado nella nostra chiesa a riceverla durante la celebrazione della Santa Messa. Mentre vado alla chiesa, freddo o caldo che sia, una marea di pensieri  belli e di sentimenti buoni mi invadono la mente ed il cuore perché ho l’impressione di andare a sposarmi con Gesù, di unirmi a Lui, di essere tutta sua e Lui tutto mio, di portarmelo a casa per farmi compagnia tutto il giorno e tutta la notte, fino alla mattina dopo.

Amiche mie, noi non comprenderemo mai abbastanza la grandezza dell’amore di Gesù per noi e la preziosità del dono di amore che Egli ci fa donandosi a noi nell’Eucarestia. Voi lo ricordate bene il fatto evangelico dell’istituzione di questo adorabile sacramento la sera dell’Ultima Cena nel Cenacolo. Nella sera in cui Gesù fu tradito prese il pane, lo benedì, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo che è dato per voi”. Poi, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice. Lo prese e disse: “Questo calice è la nuova alleanza che Dio stabilisce per mezzo del mio sangue. Tutte le volte che mangiate il mio pane e bevete il mio calice, fate questo in ricordo di quanto vi ho amato, fate questo fino al mio ritorno”.

Ve lo dico sinceramente, mi sforzo di fare così anche se spesso non ci riesco perché vado soggetta a molte distrazioni; faccio così nel senso dal momento della Santa Comunione fino a mezzogiorno ringrazio Gesù del dono che mi ha dato; da mezzogiorno alla mattina dopo faccio una convinta preparazione e dispongo il mio cuore, tutta me stessa, a riceverlo ancora.

A volte mi concentro tanto in questo pensiero ed in questo desiderio che, a volte, ho la netta sensazione ed impressione di sentire l’odore ed il sapore di Gesù. Voi mi direte che sono matta, e può darsi che sia vero con tutto il male che ho avuto, ma l’impressione mia è quella che vi ho detto. Non lo dico a nessuno, lo dico a voi perché vi conosco ed ho fiducia, ma poi è una cosa che conservo gelosamente in me perché potrei essere vittima anche di un’illusione.

Cerchiamo di stare contente e di ringraziare il Signore per essere così come siamo, anche se polvere e spesso tribolate; sforziamoci di rimanere unite interiormente a Lui, affidiamoci alla sua onnipotenza ed alla sua bontà perché, avendo Gesù tanto vicino a noi, non abbiamo da invidiare nulla a nessuno.

A volte ci viene il desiderio di andare in pellegrinaggio in Italia ed all’estero ai vari santuari celebri che vi sono, riteniamo fortunato coloro che ci possono andare e ci vanno spesso. Si, è vero, che i vari santuari sono luoghi stabiliti da Dio in varie parti del mondo per manifestare agli uomini la sua potenza e la sua misericordia a loro favore, ricordiamoci bene, però, amiche carissime, che a rendere celebre un santuario non è la grandezza della sua costruzione, né la sua lontananza da qui dove stiamo noi, né la preziosità delle opere d’arte che contiene, il valore del santuario è la sua sacralità è la presenza di Gesù Cristo.

Anche io sono andato in pellegrinaggio a Lourdes, a Loreto, a Sant’Antonio di Padova, a Monte Belico, a Bocca di Rio; mi ci sono trovato bene perché li ci si incontrano tante persone che hanno i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre necessità. Trovarsi insieme in tanti che la pensano e sentono alla stessa maniera è sempre una cosa che dona conforto e coraggio. Io, però, ve lo dico sinceramente mi sento tanto bene quando la mattina vado alla nostra pieve per la Santa Messa e la Santa Comunione. Purtroppo noi badiamo più a ciò che è appariscente e straordinario che non a ciò che è essenziale.

Il dono dell’amore e della Grazia di Dio a noi non è una cosa tanto alta da dover salire in cielo per riceverlo, non è lontana al di là del mare da dover affrontare un lungo viaggio per raggiungerlo. Dio e il suo dono, il dono di sé, è molto vicino a noi; basta uscire di casa, fare un po’ di strada, dedicare un po’ di tempo e quel prezioso e meraviglioso dono è nostro, è nel nostro cuore, possiamo portarlo a casa nostra.

Cantiamo con la chiesa: “O sacro convito in cui Cristo è nostro cibo, si ricorda la sua passione, suprema testimonianza di amore, a noi viene dato il pegno della gloria futura. “.

Amiche carissime, ora poniamo termine alla nostra conversazione perché ognuna di voi ha da rientrare a casa sua per le faccende domestiche; domani, oppure un altro giorno, continueremo il discorso su questo argomento della devozione e del desiderio di una conoscenza più profonda e più estesa. Ora auguriamoci – a vicenda – ogni bene e salutiamoci con un abbraccio di pace.