Il Foglio Luglio 2012
LUGLIO 2012
LA SANTA MESSA
di P. Agostino Bartolini
In tutte le parti del mondo, ad ogni ora del giorno, la Chiesa, mediante i suoi ministri ordinati ed incaricati a questo compito, celebra il ministero dell’amore di Dio per gli uomini, celebra il ministero della presenza di Cristo in mezzo al suo popolo, il mistero della redenzione umana, il mistero del dono di sé da parte del Cristo ai suoi fedeli sotto le apparenze, o specie, del pane e del vino, il mistero eucaristico, luce e vita del mondo, partecipazione della grazia divina all’uomo ed inserimento in lui del germe della Risurrezione.
O grande mistero!
Cristo è ricevuto come nutrimento, si fa memoria della sua passione, l’anima è riempita di grazia, ci è donato il pegno della gloria.
Com’è soave il tuo spirito, Signore!
Tu sei dolce con i tuoi figli, doni ad essi il pane disceso dal cielo e sazi di beni gli affamati e gli assetati di giustizia, di vita, di pace e santità.
L’intelligenza umana, tanto limitata nelle sue possibilità e capacità, viene meno davanti alla considerazione ed alla meditazione di si grande mistero, questa sua limitatezza però non le vieta e no le impedisce di andare in cerca di si prezioso tesoro e di innalzarsi, con affetto sincero e desiderio vivo, alla contemplazione d Cristo Eucarestia, tanto più che Lui, nella grandezza e sublimità dei suoi misteri, è la santissima realtà in cui gli angeli desiderano volgere lo sguardo e contemplare, estasiati, il suo volto.
Nella nostra conversazione parleremo di questo mistero, nei limiti consentiti, seguendo attentamente e riportando fedelmente, alcuni principi e norme del messale Romano; questo viene fatto per facilitare – a chi non dispone di tale messale – la comprensione, sempre limitata s’intende, sia del sacrificio della Santa messa sia della SS. Eucarestia.
Nella Santa Messa, o Cena del Signore, il popolo di Dio è chiamato al riunirsi insieme, sotto la presidenza del sacerdote, che agisce nella persona del Cristo, per celebrare il memoriale del Signore, cioè il sacrificio eucaristico. Per questa riunione locale della S. Chiesa vale perciò, in modo eminente, la promessa di Cristo: “La dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. (Matteo 18,20).
Infatti, nella celebrazione della S. messa, nella quale si perpetua il sacrificio della croce, Cristo è realmente presente nell’assemblea dei fedeli, riunita nel suo nome, nella persona del ministro, nella sua parole ed in modo sostanziale e permanente sotto le specie eucaristiche.
La Messa è costituita da due parti: la liturgia della Parola di Dio e la liturgia eucaristica. Esse sono così strettamente congiunte fra di loro da formare un unico atto di culto. Nella Messa, infatti, viene imbandita tanto la mensa della parola di Dio, quanto la mensa del Corpo dei Cristo, i fedeli ne ricevono istruzione e ristoro.
Quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura, Dio stesso parla al suo popolo e Cristo, presente nella sua parola, annunzia il Vangelo. Per questo le letture della Parola di Dio, che costituiscono un elemento importantissimo della liturgia, si devono ascoltare tutti con attenzione e venerazione. Benché la Parola di Dio – nelle letture – sia rivolta a tutti gli uomini di ogni epoca e sia da essi intellegibile, tuttavia la sua efficacia viene accresciuta da un’esposizione, viva ed attuale, che è considerata parte dell’azione liturgica.
La celebrazione della Messa, in quanto azione di Cristo e del popolo di Dio gerarchicamente ordinato, costituisce il centro di tutta la vita cristiana per la chiesa universale, per quella locale, per i singoli fedeli. Nella Messa, infatti, si ha il culmine dell’azione con cui Dio santifica il mondo in Cristo, sia del culto che gli uomini rendono al Padre adorandolo per mezzo di Cristo Figlio di Dio. In essa, inoltre la Chiesa, commemora, nel corso dell’anno, i misteri della redenzione in modo da renderli, in un certo modo, presenti.
E’ perciò di somma importanza che la celebrazione della Santa Messa, o cena del Signore, sia ordinata in modo che i ministri e i fedeli, partecipandovi ciascuno secondo il proprio ordine e grado, traggano abbondanza di quei frutti per il conseguimento dei quali il Cristo Signore ha istituito il sacrificio eucaristico del suo corpo e del suo sangue e lo ha affidato come memoriale della sua passione e risurrezione alla Chiesa, suo popolo e sua sposa.
Si potrà ottenere veramente questo risultato, se tenuto conto della natura e della caratteristiche di ogni assemblea, tutta la celebrazione verrà ordinata in modo tale da portare i fedeli ad una partecipazione consapevole, attiva, piena e ardente di fede, speranza e carità.
La liturgia eucaristica: nell’Ultima Cena Gesù Cristo istituì il sacrificio e convito pasquale per mezzo del quale si è reso, di continuo, presente nella Chiesa.
Il sacrificio della croce, allorché il sacerdote che rappresenta Cristo Signore, compie ciò che il Signore stesso fece ed affidò ai discepoli perché o facessero in memoria di Lui.
Cristo, infatti, prese il pane e il calice, rese grazie, spezzò e li diede ai suoi discepoli dicendo: “Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo, questo è il calice del mio sangue. Fate questo in memoria di me”. Perciò la Chiesa ha disposto tutta la celebrazione della liturgia eucaristica in vari momenti che corrispondono a queste parole e gesti di Cristo.
Nella preghiera eucaristica si rendono grazie a Dio per tutta l’opera della salvezza e le offerte diventano il Corpo e il Sangue di Cristo.
Mediante la frazione di un unico pane si manifesta l’unità dei fedeli e, per mezzo della Comunione, i fedeli si cibano del Corpo e Sangue del Signore, allo stesso modo il quale gli apostoli li hanno ricevuti dalle mani di Cristo stesso.