Il Foglio Settembre 2012
SETTEMBRE 2012
ANDIAMO CANTANDO – 1° parte
Nel ricordo di Margherita della SS. Eucarestia – 1993
di P. Agostino Bartolini
Tra le varie forme di apostolato nell’ambiente che conosceva e praticava quotidianamente, quali la visita a persone inferme o malate, a domicilio o all’ospedale o a casa di riposo, la visita a famiglie in difficoltà per discordia fra i loro componenti, per consolare nei momenti di afflizione, consigliare nei momenti di dubbio, aiutare nei momenti di difficili economicamente e spiritualmente, per portare una nota di speranza e di letizia dovunque ve ne fosse di bisogno, vi era quella, per lei semplice per la sua facilità di persuasione, di riunire varie persone, specialmente donne, per trattenerle in momenti di preghiera e di meditazione e momenti di fraternità familiare per ascoltare, far parlare, parlare e farsi ascoltare per uno scambio sincero di conoscenze, di esperienze, per comunicare e condividere con altri quanto essa, con l’aiuto di Dio, il suo impegno e la sua capacità di apprendimento, era riuscita a mettere insieme nella sua mente, nel suo cuore e nella sua anima.
Le persone, specialmente le sue conoscenti e le appartenenti al suo gruppo e al suo movimento, erano contente di ritrovarsi insieme con lei, andavano volentieri anche se c’era da superare una discreta distanza, provando gioia ad invitarla e ad accoglierla in casa propria per instaurare e consolidare con essa e con le altre un rapporto ed una comunione di sincera amicizia, di vera fraternità, di fattiva collaborazione al fine di sentirsi più unite reciprocamente e, unite fra di loro, sentirsi più vicine ed unite a Dio.
Erano caratteristiche le conversazioni che Margherita sapeva instaurare e portare avanti.
Dagli scritti suoi che rimangono, per quanto ci è possibile in quanto non sono molti, essa scriveva quasi sempre sulle agende quello che avrebbe detto poi e quello detto prima, le sue conversazioni, anche se improvvisate , si sentiva sempre che erano pensate con amore e preparate con diligenza, non parlava mai a caso, aveva il carisma di capire l’argomento, il problema da svolgere ed il carisma di riassumerlo ed esprimerlo con chiarezza.
Fra le molte cose che diceva troviamo: “Gli angeli per muoversi in cielo, per venire dal cielo sulla terra e viceversa hanno le ali, sono puri spiriti, non hanno tentazioni, hanno tanta luce e tanto amore e vivo desiderio di compiere la volontà di Dio, perciò si spostano come e dove vogliono con facilità e con agilità, hanno la velocità del pensiero. Noi invece, creature umane composte di anima e di corpo, spesso, anche se lo spirito è pronto, la carne è debole, con tutto il peso del fardello delle debolezze, dubbi, tentazioni, inclinazioni, fatiche, dolori, difficoltà che quotidianamente portiamo addosso, per salire a Dio, dove intendiamo e speriamo di arrivare, per salire abbiamo bisogno di scale, scale lunghe e ripide, per arrivare in cima alle quali abbiamo da durare tanta fatica, anzi, a volte, ci capita di inciampare, di ruzzolare e di dover ricominciare da capo”.
Margherita, nelle sue conversazioni, fa spesso ricorso all’esempio della scala.
Era un suo modo di esprimersi per farsi capire da quanti le erano attorno; proprio per questa sua metodologia di dialogo possiamo definirla “Margherita delle scale”.
Continuiamo ad ascoltarla: “Come abbiamo già detto, noi, per salire fino a Dio, anche se Egli è già vicino a noi col suo aiuto e con suo amore, fra le tante scale che portano tutte a destinazione, ne abbiamo una che è indicata e consigliata dai Salmi, dai Salmi che noi troviamo sul nostro piccolo salterio quotidiano che portiamo quasi sempre appresso. L’unica vera scala per andare a Dio è Gesù. Lo ha affermato Lui stesso: “Nessuno arriva al Padre se non per mezzo mio”. Si sale questa scala ascoltando attentamente la sua parola e mettendola in pratica con perseverante amore, imitando l’esempio che Egli ci ha lasciato. E’ sempre Lui ad orientarci all’imitazione del suo esempio. Lo disse ai suoi apostoli la sera dell’Ultima Cena, dopo aver lavato loro i piedi: “Sapete perché ho fatto questo? Per darvi l’esempio, di modo che come ho fatto io, così facciate anche voi”. Voi mi direte, sorelle, che il Libro dei Salmi non è il Vangelo, nei Salmi non troviamo le parole e gli esempi di Gesù, quindi come facciamo dalla lettura e meditazione dei Salmi a prendere Gesù come modello da imitare e come scala da salire? Sorelle carissime il Libro dei Salmi ci parla di Gesù. E’ Gesù stesso che lo afferma nel Vangelo, molti salmi sono messianici, sono cioè profezie che ci rivelano la natura di Gesù, il suo spirito, la sua azione, la sua passione, la sua risurrezione ed ascensione gloriosa al cielo. Tutta la Bibbia ci parla di Dio e del suo Cristo. Oltre a quanto ho detto io, ascoltate quello che dice l’apostolo Pietro a questo riguardo: “Le parole dei profeti sono degne di fiducia, ancor più di prima. E voi farete bene a considerale con attenzione. Ecco, sono come lampada che brilla in un luogo oscuro, fino a quando non comincerà il giorno e la stella del mattino illuminerà i vostri cuori. Soprattutto sappiate una cosa: gli antichi profeti non parlavano mai di loro iniziativa, ma furono uomini guidati dallo Spirito Santo e parlarono in nome di Dio. Perciò nessuno può spiegare, con le sue sole forze, le profezie che sono nella Bibbia”: (II° Pietro 1, 19-21).
Anche l’apostolo Paolo ha qualcosa da dirci a questo riguardo, ascoltiamolo: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per l’insegnamento, per convincere, per correggere, per formare alla giustizia affinché l’uomo di Dio sia formato perfetto quale deve essere e pronto per ogni opera buona”: (II° Timoteo 3, 16-17).