Il Foglio Maggio 2013

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MAGGIO 2013

La prudenza – 3° parte

di P. Agostino Bartolini

 Nella scoperta e nell’approfondimento della verità del Vangelo, il ruolo insostituibile dello Spirito Santo non è quello di darci una nuova rivelazione che si aggiunge a quella di Gesù Cristo, ma di illuminare, guidare e stimolare la Chiesa a interpretare sempre più a fondo la Parola del Signore.

La Parola di Dio, infatti, non è un deposito di proposizioni cristallizzate, è una parola vivente.

E’ verità di Dio e quindi inesauribile nella sua comprensione e nei suoi significati.

E’ anche verità dell’uomo, carica di tutte le implicazioni esistenziali e storiche che questa comporta.

E’ una forza dinamica che continua a rivelarsi nella storia, che si arricchisce attraverso la riflessione e l’esperienza concreta, le vicende storiche della Chiesa e dell’intera umanità.

L’assistenza dello Spirito Santo che ci è guida nella pienezza della verità, è allo stesso tempo stimolo per una comprensione sempre nuova e creativa, per una fedeltà di lettura e di interpretazione che rifugge da ogni avventuroso accomodamento umano.

Quanto detto fin qui può sembrare entrarci poco nell’argomento della ”prudenza” che abbiamo affrontato, ma la fedeltà costante e coraggiosa nella pratica dell’insegnamento divino è chiara manifestazione e testimonianza che illumina e infonde fiducia alla mente e al cuore di quanti credono ed intendono adorare Dio in spirito e verità.

L’inizio della sapienza, e quindi anche della prudenza, è il timore di Dio e l’amore a Lui.

Andando maggiormente verso la concretezza della verità delle cose, al fine di spiegarci meglio e di capire più sinceramente nella natura delle cose di cui stiamo adesso parlando, è bene richiamare alla memoria la duplicità del significato del vocabolo “prudenza”.

Vi è la “prudenza” umana che, ordinariamente, ha un andamento orizzontale con tendenza a scendere verso il timore, la paura, il calcolo, l’omertà, l’egoismo, il materialismo.

Vi è la “prudenza” cristiana, con direzione verticale, ricca di coraggio, di creatività, generosa, accogliente, comprensiva, pronta a tutto ciò che è buono e vero, pronta al sacrificio di sé a vantaggio di altri in vista ed in funzione della vita, della vita vera, della vita eterna.

Senz’altro ci facilitano la comprensione del nostro argomento gli esempi che abbiamo nella storia, della storia civile e della storia sacra.

Il vecchio Eleazzaro del 2° Libro dei Maccabei, Giovanni il Battista, gli apostoli di Cristo ed i martiri di tutti i tempi e di tutti i luoghi insieme a tanti personaggi illustri chiamati eroi, sono  una testimonianza incontestabile della prudenza cristiana; prudenza che lo spirito del mondo definisce imprudenza e stoltezza.

Poniamo l’attenzione al contrasto ed alla differenza fra coloro che si rifugiano e fuggono in caso di bisogno e coloro che affrontano il rischio di un disagio, di una morte sicura per il contagio contratto nell’assistenza a vari tipi di peste e di malattia che colpiscono l’uomo in scala più o meno ampia.

Confrontiamo la prudenza di Don Abbondio con quella di Padre Cristoforo e del Cardinale Federico Borromeo. Potremmo citare un’infinità di esempi di persone che hanno interpretatola prudenza nell’uno o nell’altro significato con conseguenze opposte, ma riteniamo opportuno fermarci e passare ad una nuova interpretazione della prudenza da parte di tanti uomini, di varie politiche, di vari calcoli puramente umani ed egoistici, hanno paura della vita, la temono, la respingono, non l’accolgono, la odiano fino ad arrivare a spegnerla nel suo nascere; gli uomini sopprimono altri uomini, preferiscono il decadimento e la morte al continuo rinnovamento ed alla vita. Per prudenza, essi la chiamano così, gli uomini pianificano la loro vita, la manipolano, l’inquinano, la sopprimono.

Non c’è affatto nessuna paura per l’incremento della popolazione mondiale. La vita è un dono  di Dio, vi è tutto a vantaggio ad amarla ed accoglierla, vi è tutto di brutto e di danno a rifiutarla e sopprimerla.

Lo ripetiamo, non si deve avere paura della vita, non temiamo che domani venga a mancarci il pane; il pane condiviso è gioia e salvezza, il pane non condiviso è amaro e provoca scontentezza e morte.

La vita ha insita in sé una regola dinamica sapiente che la guida e la porta al suo sviluppo e al suo perfezionamento in maniera ordinata ed armoniosa perché la sapienza e la potenza divina la regolamentano i modo perfetto.

L’uomo, turbando e manipolando a suo capriccio l’ordine della natura, corre il serio rischio che la natura si schieri contro di lui con imprevedibili conseguenze.

Terminiamo questa nostra conversazione con le parole del Vangelo, parole che illuminano, confortano e sostengono: “Chi pensa a salvare soltanto la propria vita, la perderà; chi – invece – è pronto a sacrificarla per me e per il Vangelo, la salverà. Se uno riesce a guadagnare anche il mondo intero, ma perde la vita, che vantaggio ne ricava? C’è forse qualcosa che l’uomo  possa dare in cambio della vita”. (marco, 8, 35-37),

Ancora: “Per questo vi dico: non preoccupatevi troppo del cibo che vi serve per vivere o del vestito che vi serve per coprirvi. La verità è più importante del cibo e il corpo è più importante del vestito. Voi avete un padre che sa bene quello che avete bisogno. Cercate piuttosto il Regno di Dio e la sua giustizia, tutto il resto ve lo darà in più”. (Luca 12, 22-34).

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