Il Foglio Marzo 2014

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MARZO 2014

IL SEGRETO DELL’APOSTOLATO

di P. Agostino Bartolini

Nell’imminenza della gloriosa ascensione al cielo Gesù raduna i suoi discepoli ed affida loro un mandato, un messaggio di verità, di grazia e di salvezza da portare in ogni parte della terra e diffondere, fra tutti gli uomini: “Gesù si avvicinò ai discepoli e disse: a me è stato ogni potere in cielo e sulla terra; perciò andate, fate diventare miei discepoli tutti gli uomini del mondo; battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Insegnate loro ad ubbidire a tutto ciò che io vi ho comandato. Sappiate che io sarò sempre con voi, tutti i giorni, sino alla fine del mondo”. (Mat. 28, 18-20).

Nel mandato di Cristo ai suoi, alla sua Chiesa, al popolo della nuova alleanza, vi sono vari punti che meritano attenzione per conoscerli e per realizzarli prima possibile e nel migliore dei modi; si tratta – infatti – di un’incalcolabile ricchezza destinata all’intera umanità.

Primo di questi punti fondamentali del mandato evangelico è l’ubbidienza pronta, incondizionata e gioiosa alla voce della missione del Maestro Divino: andare in tutto il mondo, dovunque vi sono uomini.

Secondo punto del mandato evangelico è la predicazione del Vangelo con l’esempio e con la parola, il Vangelo di Cristo, non di un altro Vangelo: “Insegnate loro ad ubbidire a tutto ciò che io vi ho comandato”.

Terzo punto è la santificazione delle genti mediante l’amministrazione del sacramento del battesimo, del sacramento  della misericordia divina e col donare il pane disceso dal cielo, il sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo: “Battezzate nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”; “Saranno rimessi i peccati a coloro che li rimetterete”; “Io sono il pane vivo disceso dal cielo, chi ne mangia non muore”; “Date voi da mangiare”.

Il quarto punto del mandato divino di Gesù indica gli effetti della sua pronta e fedele accettazione: la salvezza: “Chi crederà e sarà battezzato si salverà”.

Tutta la Chiesa, per natura sua, è missionaria, noi, come appartenenti alla Chiesa, siamo tutti missionari, ciascuno secondo le sue possibilità e capacità e secondo la misura e la natura della grazia ricevuta, non può sottrarsi a questo compito, anche se faticoso, ma sempre bello ed importante, anzi necessario.

E’ vero che l’azione missionaria, vicino o lontano che sia, fra conoscenti o no,presenta spesso difficoltà  di ogni genere che scoraggiano e disarmano i cuori deboli. E’ certo che il Maestro non ha comandato cose impossibili, ma cose preziose, buone e perfette anche se, a chi le deve compiere, costano molto.

E’ certo pure che la Provvidenza divina dono sempre la così detta “grazia di stato”, cioè un’assistenza speciale ed un congruo aiuto secondo la natura del compito affidato. Perciò il missionario, ogni missionario, lo ripetiamo che siamo tutti missionari, deve essere animato da grande fede, da ardente amore, da sapienza e da spirito di adattabilità alle circostanze ed occasioni fra le quali viene a trovarsi per capirle e convogliarle alla verità ed alla grazia: “Fate diventare miei discepoli tutti gli uomini del mondo”.

Il missionario è bene che ricordi che sua forza è la fede, la sua arma è l’amore, il suo scopo è la pace. Fede in Dio e nella sua parola, fede in Cristo e nella forza del suo Vangelo.

Amore a Dio, amore a Cristo quale vero padre, amore a Cristo fatto uomo in tutto simile a noi, eccetto il peccato, amore a Cristo – uomo in tutta la sua interezza e in tutta la sua dimensione – amore cioè alla Chiesa, corpo mistico di Cristo ed una cosa sola con Lui, amore ad ogni membro di questo mitico corpo. Perché nella luce della fede e nella forza dell’amore si ottiene ogni vittoria, perché: “Tutto è possibile a chi crede” e “L’amore è generoso, l’amore è coraggioso, l’amore è assai più forte della morte”.

Tutta questa opera apostolica, missionaria, risponde appieno alla volontà del Padre il quale desidera che ogni uomo giunga alla conoscenza della verità, alla pratica della carità, alla costruzione e godimento della pace ed alla vita eterna.

Risponde al desiderio di Cristo: “Ho altre pecore che non sono di questo ovile, anche queste bisogna che le aduni e conduca, così si avrà un solo ovile ed un solo pastore”.

Il segreto dell’apostolato è un grande amore a Cristo ed un grande amore alle anime redente dal sangue di Cristo, l’imitazione di Cristo, lo studio e l’approfondimento nella conoscenza del suo mistero, la prontezza e la fedeltà alla sua parola, la docilità alla sua grazia, lo studio e la pratica della sua pedagogia, piena condivisione di pensieri e di sentimenti con lui ed apertura di mente e di cuore agli uomini ai quali Cristo ripete: “Venite tutti a me”.

Frale condizioni che costituiscono il segreto dell’apostolato vanno incluse necessariamente l’iniziativa personale, intelligente ed opportuna, la preghiera umile, fiduciosa e perseverante.

L’apostolo ed il missionario, chiunque intende svolgere un’attività per il Regno di Dio sulla terra deve impegnarsi e faticare come se tutto dipendesse da lui, ma nello stesso tempo deve pregare, soffrire, offrire ed offrirsi come se tutto dipendesse da Dio, al quale deve andare sempre la gloria del risultato.

L’apostolo dirà sempre: “Non a noi, Signore, non a noi, ma al nome tuo sia gloria”.

La perseveranza e la pazienza danno rifinitura e perfezionamento a tutto il lavoro, a tutta l’opera. E’ Gesù che afferma : “Nella vostra pazienza, nel vostro saper soffrire ed attendere vi salverete”, e “Chi avrà perseverato sino alla fine, costui sarà salvo”.

Che alla fine del suo lavoro vi sia un successo o una delusione, l’apostolo deve rimanere sempre sereno e fiducioso, egli non deve cercare ciò che può apparire ed essere ammirato dagli uomini, ma deve cercare disinteressatamente il compimento della volontà di Dio, il quale dispone tutto a riguardo di ciascuno con sapienza e provvidenza secondo il programma della sua economia divina.

Il missionario ha da consolarsi con la Parola del Maestro che dice: “Il Padre, tuo che vede nel segreto, ti ricompenserà”.  

 

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