Il Foglio – Dicembre 2015

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Dicembre 2015

MI PRESENTO ANCH’IO …..
LA MIA VOCAZIONE, UN INCONTRO

di P. Luca Sciarelli

Ciao a tutti! In questo breve articolo mi è stato chiesto di presentarmi anche se devo dire che molti di voi già mi conoscono. Il mio nome è Luca Sciarelli e ho un fratello gemello Francesco (anche lui conoscete) che vive la mia stessa vocazione come Carmelitano anche se sta un po’ più lontano, a Trapani. Più che presentarmi vorrei condividere con voi la storia della mia vocazione fatta, come penso anche le vostre, di salite e discese di fatiche e gioie ma con un profondo senso di gratitudine al Signore per non avermi mai abbandonato. Potrei dire che tutto nacque da un incontro. Non con una persona in particolare ma con una comunità, “La Famiglia”. La nostra comunità, fatta di persone, uomini e donne, che vogliono vivere alla sequela di Cristo e che in qualche modo provano a raccontare la gioia dell’incontro con Dio a tutti. I primi giorni che frequentai la Castellina non è che fossi così entusiasta e pensavo dentro di me ma perché mio babbo ha tutto questo interesse ad andare in questo convento e parlare con quel frate (p. Agostino Bartolini). Davvero non lo capivo! Poi però qualcosa è cambiato e davanti a me si è spalancato un portone, si è aperto un mondo a me sconosciuto. Tutti quei desideri che mi portavo nel cuore e mai espressi ora li rivedevo vissuti in quel senso di accoglienza, di fraternità, di servizio e di preghiera che respiravo tutte le volte che salivamo a Castellina. Ho pensato: allora c’è un altro modo di stare al mondo e mi piace! Da quel momento è iniziato un cammino che mi ha aperto all’incontro con Dio attraverso le persone che incontravo e dentro di me cresceva la curiosità di scoprire e conoscere sempre di più cosa il Signore avesse in serbo per me. Così ho cominciato il mio percorso nell’Ordine con tutti i passaggi previsti, ma non è stato tutto così lineare. Ho scoperto infatti che per essere vero discepolo prima di tutto dovevo fare i conti con la mia storia e con me stesso. Papa Francesco chiarisce meglio quello che voglio dire quando afferma: “Un buon prete (e io aggiungo un buon carmelitano), dunque, è prima di tutto un uomo con la sua propria umanità, che conosce la propria storia, con le sue ricchezze e le sue ferite, e che ha imparato a fare pace con essa, raggiungendo la serenità di fondo, propria di un discepolo del Signore” (Udienza di Papa Francesco al Convegno della Congregazione del Clero del 20 Novembre 2015). La prima e grande sfida di questa chiamata è stata accettare di essere una “persona molto piccola”. Nel mio lungo cammino di discernimento e di ascolto della volontà di Dio su me, l’aspetto più faticoso e doloroso che ho imparato, è stato scoprire la mia debolezza, il mio limite, il mio essere “piccolo” e povero. Da qui è cominciato il mio cammino. Solo quando ho capito che accogliendo la misericordia di Dio nella mia vita riacquistavo dignità e gioia, ero pronto per poter ascoltare, accogliere e rispondere ad una chiamata così grande e totale. Da questa consapevolezza è nata la convinzione e la decisione di farmi compagno di viaggio per tutte le persone che il Signore vorrà mettermi accanto, come un uomo che per primo ha fatto esperienza di un Amore grande che chiede solo di essere accolto. Nello spezzare il pane rivivo e celebro il dono di un Dio che si spezza e si dona per noi, nel sacramento della Riconciliazione il segno del perdono e della misericordia che apre alla rinascita ad una vita bella, nel sacramento dell’Unzione degli Infermi la dolcezza di un amore che sana e guarisce ogni nostra malattia del corpo e dello spirito. Infine nella predicazione, la gioia di annunciare a tutti la forza di una Parola che trasforma e da’ nuova dignità ad ogni uomo che la accoglie. Non sono arrivato ne mi sento arrivato, quello che so è che sono in cammino e non sono solo. Questa mia nuova avventura qui nella comunità di Castellina, nel servizio al movimento de “La Famiglia” è per me un dono e una sfida. Quello che sono certo non mancherà in me è la gioia di incontrarvi e di condividere insieme a voi questo pezzo di strada, credo che questo sia la cosa più bella e rivoluzionaria che possiamo fare insieme. L’augurio che mi faccio e faccio a ciascuno di voi è continuare a scommettere sul valore dell’accoglienza e della fraternità, riceverla e donarla a me ha cambiato la vita!

 

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