Il Foglio – Dicembre 2016
Dicembre 2016
VIENI SPIRITO SANTO – 2° Parte
di P.Agostino Bartolini
Lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa, è sua guida e suo consigliere; ai credenti non rimane altro che accoglierlo continuamente con fede e con amore, non fare mai a lui resistenza, non combatterlo mani con una condotta di vita non conforme alla vocazione cristiana, e molto più il cristiano deve assolutamente vigilare a non allontanare da sé lo Spirito Santo con una vita di peccato. Anzi è doveroso prestare continua ed amorosa attenzione allo Spirito Santo per percepire
chiaramente e comprendere bene ciò che esso dice alla Chiesa. L’Apocalisse di Giovanni, per dirci l’importanza di questa continua attenzione alla voce dello Spirito, per ben sette volte ci ripete: “Chi è in grado di udire ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”. Lo Spirito Santo, quale anima e guida della Chiesa nel suo cammino e nella sua azione, stabilisce e distribuisce nella Chiesa stessa quei doni, quei carismi, grazie e poteri che sono il patrimonio e la forza della Chiesa nella sua vita ed attività apostolica, evangelizzatrice e santificatrice, essendo essa sacramento universale visibile di salvezza per tutti gli uomini. Ascoltiamo, dal capitolo dodici della Prima Lettera ai Corinti, la meravigliosa azione dello Spirito Santo: “Fratelli, parlando dei doni dello Spirito, voglio che abbiate le idee chiare in proposito. Vi sono diversi doni, ma uno solo è lo spirito, vi sono vari modi di servire, ma uno solo è il Signore. Vi sono molti tipi di attività, ma che muove tutti all’azione è sempre lo stesso Dio. In ciascuno lo spirito si manifesta in modo diverso, ma sempre per il bene comune. Uno riceve dallo spirito la capacità di esprimersi con saggezza, un altro quella di parlare con sapienza. Lo stesso Spirito ad uno dona la fede, ad un altro il potere di guarire i malati. Lo spirito concede ad uno la possibilità di fare miracoli, ad un altro il dono di essere profeta. A questi da la capacità di distinguere i falsi spiriti dal vero spirito, a quello il dono di esprimersi in lingue sconosciute, a quell’altro il dono di spiegare tali lingue. Tutti questi doni vengono dall’unico e medesimo Spirito. Egli distribuisce ad ognuno come vuole”. Al punto a cui siamo arrivati della nostra meditazione sullo Spirito Santo, dobbiamo trarre necessariamente una conclusione pratica per la nostra vita, tutto: meditazione, preghiera, ascesi, riflessione, dialogo deve servirci a modificare, secondo l’insegnamento di Cristo e secondo la mozione dello Spirito Santo che continuamente crea e rinnova, al fine di essere realmente testimoni coraggiosi e fedeli della verità davanti al mondo e portatori a tutti di un messaggio di luce, di speranza, di vita, di pace e di salvezza. Al cristiano per la prima realizzazione di sé come tale non è consentito di prendere altre strade se non quella che conduce al Padre, strada che consiste nella fede in Cristo, nell’amore a Lui e nella fedele e perseverante imitazione di Lui. La strada che porta al Padre è Cristo stesso. Su Gesù scese lo Spirito Santo al momento del battesimo nel Giordano per mano di Giovanni figlio di Zaccaria, in quella mirabile occasione lo Spirito Santo con spirituale unzione consacra Gesù e lo invia al mondo come redentore e portatore di un tesoro di luce, di verità e di grazia; Gesù, ubbidiente al Padre e docile allo Spirito Santo, compie alla perfezione quanto il Padre aveva fin dall’eternità stabilito di realizzare per mezzo di Lui. Su di ogni cristiano, sia al momento del battesimo, sia molto più mediante il sacramento della confermazione, è sceso lo Spirito Santo e lo ha consacrato ed inviato a continuare, anzi ad attualizzare in continuazione l’opera di Cristo affinché si compia la volontà del Padre che è quella che ogni uomo giunga alla conoscenza della verità, alla pratica della carità, al possesso della vita eterna. Ecco allora davanti a tutti i credenti il programma da realizzare: obbedienza a Cristo, docilità allo Spirito Santo e compiere le opere di Dio. Quali sono queste opere di Dio che il credente deve compiere con gioia e perseveranza? E’ l’apostolo Paolo che ci viene in aiuto dandoci una risposta chiara ed esauriente. Ascoltiamolo: “Lasciatevi guidare dallo Spirito e così non seguirete i desideri del vostro egoismo. L’egoismo ha desideri contrari a quelli dello Spirito Santo, e lo spirito ha desideri contrari a quelli dell’egoismo Queste due forze sono in contrasto fra di loro, e così voi non potete fare quello che volete. Se lo spirito di Dio vi guida, non siete più sotto la legge carnale, ma sotto la luce della grazia. Tutti possiamo vedere quali sono i risultati o i frutti dell’egoismo umano: immoralità, corruzione e vizio, idolatria, magia, odio, litigi, gelosie, ire, intrighi, divisioni, invidie, ubriachezze, orge ed altre cose di questi genere. Io ve l’ho già detto e ve lo dico di nuovo: quelli che si comportano in questo modo non avranno posto nel Regno di Dio. Lo Spirito invece produce: amore, gioia, pace, comprensione, cordialità, bontà, fedeltà, mansuetudine, dominio di sé. E quelli che appartengono a Gesù Cristo hanno fatto morire con Lui, inchiodato alla croce, il loro egoismo con le passioni che esso produce. Perciò, se lo spirito ci dona la vita, lasciamoci guidare dallo spirito”. (Galati5, 16-25). Come gli apostoli il giorno della prima Pentecoste, come i primi sette diaconi della comunità cristiana di Gerusalemme, specialmente come Stefano, primo martire della Chiesa, come Paolo e Barnaba predicatori del Vangelo di Cristo alle genti, anche noi lasciamoci investire dal vento dello Spirito Santo ed apriamoci fiduciosamente al suo fuoco di amore ed alla sua luce di verità per essere creature nuove ed operai solleciti ed idonei a cominciare a portare avanti l’opera di rinnovamento del mondo secondo il volere del Padre che è nei cieli, il quale così ha voluto che fossimo una lode della sua grandezza noi che abbiamo sperato in Cristo. Siamo uniti a Cristo perché abbiamo ascoltato l’annunzio della verità, il messaggio del Vangelo che porta la salvezza. Allora Dio ci ha segnati con il suo sigillo: lo Spirito Santo che aveva promesso. Lo Spirito Santo è garanzia della nostra futura eredità: di quella piena liberazione che Dio ci darà perché possiamo lodare la sua grandezza. Ascoltiamo e pratichiamo l’invito divino: “Siate pieni di Spirito Santo, e cantate tra voi salmi, inni e cantici spirituali. Cantate e inneggiate al Signore con tutto il cuore. Sempre e per ogni cosa ringraziate Dio nostro padre nel nome di Gesù Cristo nostro Signore”. (Efesini 5, 18).
Terminiamo il nostro trattenimento fraterno con il canto allo Spirito Santo che la liturgia ci presenta per il giorno della solennità di Pentecoste, canto che esprime chiaramente la natura, gli attributi e la potenza e i meravigliosi effetti della presenza e dell’azione del medesimo spirito nella Chiesa ed in ogni credente: “Vieni, o Spirito Santo, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, Padre dei poveri, datore dei doni, vieni luce dei cuori. O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli. Dona ad esso che confidano in te i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna”.
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