Il Foglio – Gennaio 2016
Gennaio 2016
LA LUCE E’ SORTA
di P.Agostino Bartolini
Il Verbo di Dio incarnato, la luce vera, è venuto nel mondo che è suo, ma i suoi non lo hanno accolto. Coloro però che hanno creduto in Lui e lo hanno accolto hanno ricevuto il dono di diventare figli di Dio. Non sono diventati figli di Dio per nascita naturale, per volontà di uomo, è Dio che ha dato loro la nuova vita. Colui che è l’eterna parola di Dio è diventato un uomo ed ha vissuto in mezzo agli uomini, in tutto uguale a noi eccetto il peccato. Noi abbiamo contemplato il suo splendore divino. E’ lo splendore del figlio unico, del padre pieno di grazia e di verità. La grazia e la verità sono venute a noi, per mezzo di Gesù, il Cristo. Nessuno ha mai visto Dio, perché Egli abita in una luce inaccessibile; il figlio unico di Dio, quello che è sempre vicino al Padre, ce lo ha fatto conoscere. La luce vera ormai è in mezzo a noi, brilla su di noi e ci avvolge nella potenza della verità e della grazia. Dopo la nascita di Gesù a Betlemme, Lui la vera luce del mondo che chi lo segue non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita, si rivela mediante il segno di una stella luminosa, a Magi dell’Oriente e con la sua grazia li muove e li porta a contemplarlo bambino. Sono i Magi medesimi ad affermarlo, rivolgendosi al re Erode al quale chiedono informazione del luogo di nascita del re dei Giudei: «Dove si trova quel bambino nato da poco, re dei Giudei? In Oriente abbiamo veduto apparire la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». (Matteo 2,2). Una stella luminosa che guida, la luce è il segno distintivo, la caratteristica di Gesù ed infatti seguendo quel segno luminoso del cielo, i Magi giungono a Betlemme, trovano la casa dove sono Gesù e la madre sua. Ed al bambino, prostrandosi in adorazione, offrono i doni dell’oro, dell’incenso e della mirra. Poi, avvertiti in sogno su che via da seguire, pieni di gioia e di speranza tornarono ai loro paesi. Il vecchio Simeone, docile alla mozione dello Spirito Santo, si porta al tempio quando Maria e Giuseppe, secondo la prescrizione della legge mosaica, portano, presentano al tempio il bambino Gesù che ha quaranta giorni. Ascoltiamo il Vangelo riguardo a questo bellissimo episodio dell’infanzia di Cristo: «Viveva allora a Gerusalemme un uomo chiamato Simeone. Un uomo retto e pieno di fede in Dio, che aspettava con fiducia la liberazione di Israele. Lo Spirito Santo era con lui e gli aveva rivelato che non sarebbe morto prima di avere veduto il Messia mandato dal Signore. Mosso dallo Spirito Santo, Simeone andò al tempio dove si incontrò con i genitori di Gesù, proprio mentre essi stavano portandovi il loro bambino per compiere quanto ordinava la Legge del Signore. Simeone allora prese il bambino fra le braccia e ringraziò così: il Santo, Simeone andò al tempio dove si incontrò con i genitori di Gesù, proprio mentre essi stavano portandovi il loro bambino per compiere quanto ordinava la Legge del Signore. Simeone allora prese il bambino fra le braccia e ringraziò così: il ringraziamento di Simeone è un canto di gioia e di speranza. Ormai la salvezza, il Cristo, è in mezzo al suo popolo, egli è l’adempimento pieno delle divine promesse, è la consolazione nel tempo e la speranza per dopo il tempo. Ormai anche la morte corporale non fa più paura, da Cristo e in Cristo è stata vinta, per l’uomo che crede e spera vi è una via aperta a Dio, una via santa per la quale cammineranno i redenti dal Signore. Cristo è la luce che dissipa le tenebre e fa vedere agli uomini nuovi cieli e nuova terra. Ecco il canto di Simeone, canto breve, ma ricco di consolazione e di fiducia: «Ormai, Signore, puoi lasciare che il tuo servo se ne vada in pace: la tua promessa si è compiuta. Con i miei occhi ho visto il Salvatore, tu lo hai messo davanti a tutti i popoli: luce per lluminare le genti e gloria del tuo popolo, Israele». (Luca 2, 25/33). Seguire la luce, il Cristo, è vita, è salvezza, è compimento della volontà di Dio, è pace, è realizzazione piena, è la verità. Il rifiutarla è errore, è tenebra, è disordine, e smarrimento, è allontanamento da Dio, è peccato, è morte. Sono le parole del Maestro: «Il peccato del mondo consiste in questo: la luce splende nelle tenebre, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce». Hanno cioè preferito l’errore alla verità, l’odio all’amore, il proprio io al vero Dio, la morte alla vita. Che Gesù è la luce nel senso pieno della parola lo dimostra l’episodio evangelico della trasfigurazione. Eccolo in parte: «Là, di fronte a loro, Gesù cambiò aspetto: il suo volto si fece splendente come il sole e i suoi abiti divennero bianchissimi come la luce». I tre apostoli presenti: Pietro, Giacomo e Giovanni udirono la voce del Padre proclamare: «Questo è il mio figlio che io amo. Lo ho mandato. Ascoltatelo». (Matteo 17, 1 -5).
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