Il Foglio – Settembre – Ottobre 2016
Settembre-Ottobre 2016
DISPONIBILITA’ E CORRISPONDENZA
di P. Agostino Bartolini
La fede, dono di Dio al- l’uomo, oltre ad essere rice- vuta con gratitudine, gelosamente conservata nella mente e nel cuore, oltre ad essere difesa da pe- ricolose infiltrazioni, oltre ad essere seguita fedelmente in ogni occasione e in ogni stato di vita e condizione in cui uno possa venire a tro- varsi, ha bisogno di essere fatta crescere, di essere perfezionata e di essere te- stimoniata davanti a tutti con fedeltà e coraggio. Il credente che non testimo- nia pubblicamente la sua fede è come uno strumento muto. Uno strumento qual- siasi, a corda, a fiato, a per- cussione. Per conoscere se è di qualità bisogna sentirne il suono. La qualità dello strumento la si ricava da come esso suona. Certa- mente si richiede pure peri- zia nel suonatore.
Suonatore esperto e stru- mento fatto bene, in armo- nia fra di loro, offrono a tutti un suono meraviglioso. Però il musicista bravo, se non ha a disposizione uno stru- mento a modo, nonostante la sua perizia e buona vo- lontà, ricava fuori poco, si hanno delle sgradite e noiose stonature. Lo stru- mento, perchè mantenga la condizione di un suono bello e gradito, ha bisogno di ac- cordature e revisioni e per- fezionamenti eseguiti da maestri esperti ne mestiere. Il credente farà bene a vigi- lare per non essere uno strumento muto o uno strumento stonato. Spostandoci un pò dal campo degli stru- menti musicali, ma rima- nendo sempre nel campo dagli esempi, questi aiutano a capire, andiamo ad una persona che afferma di co- noscere una materia scolastica o una scienza, la veri- dicità della sua afferma- zione si viene a conoscere dal fatto che egli insegna ad altri, e se insegna bene la materia in cui egli dice di essere esperto. Il cristiano che tiene tutto per se il te- soro della fede, e non si premura di testimoniarlo esteriormente, è un uomo senza coraggio e senza amore. La testimonianza esteriore è indispensabile per la propagazione della fede come è indispensabile una fede convinta e forte, perchè l’uomo non può dare ciò che non ha, e per do- nare ad altri parte del suo tesoro è indispensabile il cesto o un modo visibile di donazione. Il primo cammino della fede in Cristo ri- sorto è un passaggio dall’angelo alle pie donne andate al sepolcro, un pas- saggio dalle pie donne agli apostoli, dagli apostoli al mondo intero. L’obbligo della testimonianza della fede è nel mandato di Cristo ai suoi discepoli e nella per- sona dei discepoli il man- dato divino si estende a tutti gli uomini. Gesù ri- sorto, prima di ascendere glorioso al cielo, si rivolge ai suoi con le parole: «Andate e predicate il mio Vangelo a tutte le genti, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho dette; battezzate tutti nel nome del Padre, del figlio e dello Spi- rito Santo. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo. Io sarò con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo». Obbedienti a Gesù: «I di- scepoli partirono per andare a portare dovunque il mes- saggio del Vangelo. E il Si- gnore agiva in mezzo a loro e confermava con le loro parole con i segni miraco- losi». Ascoltiamo, a questo proposito, un brano della lettera dell’apostolo Paolo alla chiesa di Roma: «Se nel tuo cuore credi che Dio ha resuscitato Gesù da i morti, e con la voce dichiari che Gesù è il signore, sarai sal- vato. Chi crede veramente, Dio lo accoglie, chi pro- clama la propria fede sarà salvato. Si crede col cuore per avere la giustizia, si professa con la bocca, e con le opere , per ottenere la salvezza. Ma come potranno invocare il Signore, se non hanno creduto? E come po- tranno credere in Lui se non ne hanno sentito parlare? Se nessuno porta ad essi questo annunzio? E chi lo annunzierà se nessuno è in- viato a questo scopo? Come dice la Sacra Scrittura: quanto è bello vedere giun- gere uno che porta buone notizie! Ma non tutti hanno obbedito alla parola del Si- gnore. Lo dice il profeta
Isaia: Signore, chi ha cre- duto al nostro annunzio? La fede dipende dall’ascolto, ma l’ascolto è possibile se vi è chi predica Cristo». (Ro- mani dal cap. 10). Gesù stesso esorta i suoi discepoli a non temere, ad avere co- raggio, a confidare nello Spirito Santo che Egli in- vierà loro dal Padre. Ripete pure la minaccia e l’esorta-
zione: «Chi si vergognerà di me davanti agli uomini, anche io mi vergognerò di lui davanti agli angeli di Dio. Chi mi avrà difeso davanti alle genti, anche io lo difen- derò davanti al Padre mio che è nei cieli». Fratelli, co- raggio, non temiamo. Por- tiamo a tutti la parola che è spirito e vita.
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