Il Foglio Giugno 2017
Giugno 2017
FESTA DELLA COMUNITA’: PENTECOSTE
di P.Agostino Bartolini
Prima di tutto cerchiamo di avere un’idea chiara e di dare una definizione comprensibile della parola «comunità». Tale vocabolo non va confuso con «insieme», «gruppo», o «convivenza». Si, il vocabolo «comunità» che esprime una realtà ben determinata comprende anche quei significati, ma va molto oltre e molto più in alto di essi. Per comunità intendiamo un insieme di persone, che esse siano numerose o poche non ha importanza, sono unite fra di loro dalla medesima fede, dal medesimo programma e piano di azione, dalle medesime finalità, dal medesimo stile di vita e di comportamento e soprattutto unite fra di loro da una forza e da un vincolo interiore che gli accomuna in maniera tale da essere tutti un cuor solo ed un’anima sola. Nel nostro caso intendiamo una comunità i cui membri sono uniti fra di loro dalla fede in Cristo, dall’amore e docilità al suo messaggio, da uno stile di vita che, per quanto è possibile all’uomo, imita l’esempio divino che Egli ci ha lasciato, che con Lui hanno una condivisione e comunione di ideali, di sentimenti, di azione e di scopi, che desiderano e cercano una sempre più intima comunione di vita con Lui, che partecipano alla sua grazia multiforme, che sentono una grande esigenza di unità e di unione fra di loro, e che sono uniti dal comune vincolo che è dono, forza, carisma e grazia dello Spirito Santo. Più che a parole la comunità cristiana la si comprende con l’esempio pratico, e questo esempio a cui la comunità cristiana di ogni tempo e di ogni luogo deve guardare e sforzarsi di imitare è la Comunità del Cena colo: «Erano tutti concordi e si riunivano regolarmente per la preghiera con le donne, con Maria Madre di Gesù e con i suoi fratelli. In quei giorni le persone radunate erano circa centoventi». (Atti 1,14- 15). Su queste persone scende visibilmente lo Spirito Santo, come aveva promesso Gesù. Un forte colpo di vento che scuote la casa dove essi si trovavano e lingue di fuoco che si posano su ciascuno dei presenti sono il segno esterno che lo Spirito di Dio ha investito ed invaso, con la sua potenza, la sua luce e la sua grazia, coloro sui quali si è posato e li ha radicalmente trasformati in persone nuove, in suo tempio. E la testimonianza che essi rendono alla presenza ed all’azione dello Spirito Santo in loro è il dono di parlare un linguaggio comprensibile a tutti, un linguaggio veramente comunitario, e si manifestano con una forma di vita unitaria e comunitaria come il Libro degli Atti degli Apostoli ci ha tramandato: «Essi ascoltavano, con assiduità, l’insegnamento degli Apostoli, vivevano insieme fraternamente, partecipavano alla cena del Signore e pregavano insieme, Tutti i credenti vivevano insieme e mettevano in comune tutto quello che possedevano. Vendevano le loro proprietà ed i loro beni e distribuivano il ricavato fra tutti, secondo le necessità di ciascuno. Ogni giorno, tutti insieme, frequentavano il tempio, spezzavano il pane nelle loro case e mangiavano con gioia e semplicità di cuore. Lodavano Dio, ed erano ben visti da tutta la gente. Di giorno in giorno il Signore faceva crescere il numero di quelli che giungevano alla salvezza». (Atti 2,42-47). Il fondamento della comunità che ne costituisce la ricchezza, la vitalità e la bellezza è la presenza e l’azione dello Spirito Santo il quale, come in suo tempio, dimora in essa ed in ogni suo componente, oltre a questo però il pregio della comunità, quale dono e opera divina, è la vocazione alla perfezione da raggiungersi attraverso l’imitazione fedele e perseverante di Gesù, nella crescita armoniosa e continua dello spirito e della prassi comunitaria, nella crescita in sapienza ed in grazia davanti a Dio e davanti agli uomini; a rendere testimonianza a Cristo davanti alle genti nella pratica della carità, della pazienza, nell’accettazione della croce e della forma di essa che Gesù disporrà per tutti e per ciascuno e di sentirsi favoriti ed onorati qualora il Cristo chiami qualcuno a partecipare alla sua passione. La comunità cresce perché è tenuta insieme e guidata dallo Spirito Santificatore e vivificatore. In questa sua crescita si rende idonea ed aggiornata alle esigenze dei tempi e dei luoghi, in maniera che essa sia sempre e dovunque luce del mondo e sale della terra, forza di attrazione e punto di diffusione di verità, di giustizia e di pace. Un panorama di movimento e di azione per la comunità: «Il vostro amore sia sincero. Fuggite il male eseguite con fermezza il bene. Amatevi gli uni gli altri come fratelli, siate premurosi nello stimarvi a vicenda. Siate impegnati, non pigri; pronti a servire il Signore, lieti nella speranza, pazienti nelle tribolazioni, perseveranti nella preghiera. Siate pronti ad aiutare i vostri fratelli quando hanno bisogno e fate di tutto per essere ospitali. Chiedete a Dio di benedire quelli che vi perseguitano, di perdonarli, di non castigarli. Siate felici con chi è nella gioia, piangete con chi piange. Andate d’accordo fra di voi. Non inseguite desideri di grandezza. Volgetevi, piuttosto, verso le cose umili. Non vi stimate sapienti da voi stessi! Non rendete a nessuno male per male. Preoccupatevi di fare il bene davanti a tutti. Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti». (Rom. 12,9-18). In questa occasione di festa rallegriamoci tutti nel Signore e cantiamo al suo nome perché ci ha concesso l’onore e la grazia di essere una cosa sola fra di noi, e tutti noi ad essere una cosa sola con Lui nella verità e nell’amore.
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