Il Foglio Novembre 2017

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Novembre 2017

AVVENTO: avvio alla nuova ed eterna alleanza

di P.Agostino Bartolini

Il programma dell’azione di Dio è quello di restaurare, di rinnovare tutto in Cristo, il quale, nella pienezza dei tempi, viene in mezzo agli uomini a compiere la volontà del Padre celeste, volontà che, come ben sappiamo, è volontà di vita, di pace, di santità e di salvezza. Il mondo, a causa del peccato, è caduto nel disordine; disordine mentale, morale, sociale, disordine considerato sotto molteplici aspetti che riguardano tutti; l’uomo e la sua esistenza sulla terra. Attraverso i tempi Dio ha inviato i suoi messaggeri, i Profeti, a richiamare l’uomo a fare ritorno sul giusto cammino verso la verità, la giustizia e la pace; ma l’uomo, in gran parte, è caduto nell’ignoranza e nel peccato. Gli uomini, almeno una piccola parte di essi, si sono accorti della triste condizione in cui sono caduti, anche se non riescono a comprenderne tutta la gravità. Attraverso i secoli antichi vi è stato un sospiro a Dio, una preghiera, uno sforzo per ritornare a Dio, ma l’uomo non può, con le sue sole forze, risalire da dov’è caduto. Dio, allora, gli viene in soccorso con una promessa sicura di redenzione e con un’azione di speranza e di consolazione per disporre gli uomini alla venuta del Messia ed ad accoglierlo con le dovute disposizioni. L’Avvento di un’epoca di rinnovamento radicale, è l’avvio della nuova ed eterna alleanza, è l’inizio della pienezza dei tempi. L’uomo, per disporsi ad accogliere Dio, accanto a se, e per disporsi alla dinamica della sua azione di redenzione ha bisogno di calma interiore, ha bisogno di speranza, di fiducia e di consolazione. Infatti, dove vi sono speranza e consolazione vi è Dio; la sua assenza o lontananza sono segnalate dalla disperazione e dallo sconforto perciò il Signore, ad indicare la prossimità di un tempo nuovo per il suo popolo in esilio, per rialzare i cuori con la speranza di un vicino ritorno in patria dalla terra di esilio, invia il suo Profeta al quale fa bandire a voce alta: “Consolate, consolate il mio popolo dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù, è stata scontata la sua iniquità. Una voce grida: nel deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia colmata, ogni colle e monte siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura. Allora si rivelerà la gloria di Dio ed ogni uomo la vedrà poiché la bocca del Signore ha parlato”. (Isaia 4, 1-5) La presenza dell’azione di Dio che rinnova tutto e tutti. Proprio questo rinnovamento profondo, una nuova creazione Dio annunzia agli uomini assicurandoli che Egli, quale pastore forte e premuroso, verrà a dare vita, pace e sicurezza al suo popolo. Il popolo di Dio sono tutti gli uomini poiché tutti essi sono creature di Dio e sua immagine e somiglianza. Popoli che sono designati con i nomi di «Gerusalemme » e «Città della Giudea ». Il Signore, per mezzo del Profeta, suo fedele araldo, annunzia la sua prossima venuta, dice che il suo arrivo è vicino, ascoltiamolo: “Sali su un alto monte tu che rechi liete notizie in Sion; alza la voce con forza tu che rechi liete notizie in Gerusalemme. Alza la voce, non temere, annunzia alle città di Giuda: Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, con il braccio Egli detiene il dominio. Ecco, Egli ha, con se, il premio ed i suoi trofei lo precedono. Come un pastore Egli fa pascolare il gregge e col suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce, pian piano, le pecore madri”. (Isaia 40, 6-11) Viene il Signore a rinnovare il mondo. Questo annunzio deve animare ogni credente, tutti i credenti all’accoglienza reciproca, alla collaborazione ordinata per l’avvento del Regno dei Cieli in ogni mente, in ogni cuore, in ogni famiglia, in ogni comunità, piccola o grande che essa sia, alla fiducia ed alla perseveranza per giungere a che Dio sia tutto in tutti.

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