Il Foglio Settembre-Ottobre 2017
Settembre-Ottobre 2017
Di nuovo in cammino, allo studio e al lavoro
di P.Agostino Bartolini
Di nuovo in cammino, allo studio e al lavoro di Padre Agostino Bartolini Dopo la sosta delle ferie estive riprendiamo il nostro cammino, il nostro studio ed il nostro lavoro da dove lo abbiamo lasciato alla fine del mese dello scorso Giugno. Abbiamo detto di riprendere il cammino, il nostro cammino quotidiano nel nome del Signore con fede e fiducia in Lui per muoverci ed andare sempre più verso di Lui, sempre più vicino a Lui, anche le vicende dell’esistenza terrena ci presentano spesso aspetti nuovi, difficoltà non previste, rischi da affrontare, ostacoli da superare. Il cammino dell’uomo, di ogni uomo sulla terra è così. E la realtà che ci si presenta non deve essere evitata, ma vista oggettivamente, affrontata con coraggio e fiducia, e superata con buona volontà, con impegno e perseveranza, sorretti sempre dalla fede, perché questa ci consente di arrivare alla meta desiderata. E’ celebre l’antica affermazione, o proverbio come dir si voglia: “Per aspera ad astra” (attraverso le difficoltà si giunge alle stelle). D’altra parte questa la regola del Vangelo: “Prendi ogni giorno la tua croce e vieni dietro a me”. A questo proposito riteniamo opportuno riportare un brano della prima lettera dell’apostolo Pietro, lettera rivolta alla Chiesa di ogni tempo e di ogni luogo. Ecco l’esortazione apostolica: “Fratelli, siate contenti, anche se ora per un po’ di tempo, dovete sopportare difficoltà di ogni genere. Anche l’oro, purché sia una cosa che non dura in eterno, deve passare attraverso il fuoco del crogiolo, perché si veda se è genuino. Lo stesso avviene per la vostra fede, che è ben più preziosa dell’oro: è messa alla prova dalla difficoltà, perché si veda se è genuina, solo così voi riceverete lode, gloria ed onore quando Gesù Cristo si manifesterà a tutti gli uomini. Voi non avete visto Gesù Cristo, eppure lo amate; ancora non lo vede, eppure credete in Lui. Anzi, state raggiungendo il traguardo della fede cioè la vostra salvezza”. (I Pietro 1,6-9). Riprendiamo lo studio con impegno e con amore, lo studio dei misteri di Dio per giungere ad una più profonda conoscenza di Lui, onde amarlo maggiormente, non si può amare chi non si conosce, e per servirlo più perfettamente e con perseveranza perché questa è la condizione indispensabile per giungere alla vita eterna, la vita vera, la vita che non muore, la quale è lo scopo, il fine, la ragion d’essere dell’esistenza terrena. Per questo l’uomo è stato creato: per conoscere ed amare Dio e servirlo nell’obbedienza e nella pratica concreta della sua legge durante il tempo dell’esistenza terrena per andare poi a conoscerlo meglio, a contemplarlo ed a goderlo eternamente. La conoscenza, lo studio non sono fine a se stessi, ma il loro fine è la vita, non si studia per la scuola ma per la vita. Chi avesse imparato molte cose sui banchi della scuola, ma che poi non sa applicare alla vita pratica, tutto ciò che pensa di avere appreso, sarebbe come uno che non ha imparato nulla, come uno che non sa nulla. Una delle definizioni più belle della vita eterna l’ha data il Maestro Divino con le parole: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, Padre, unico e vero Dio e colui che ha mandato Gesù Cristo”. Studio e meditazione, riguardo a Dio, studio e riflessione sull’opera di Dio sono il mondo visibile in tutte le sue dimensioni ed esigenze, ed il mondo invisibile studio dell’uomo interiore nella sua profondità e nella sua estensione. Riportiamo la frase della Divina Commedia di Dante Alighieri: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”. Infine riprendiamo il lavoro, lavoro di perfezionamento personale, e lavoro di miglioramento, di perfezionamento di tutto ciò che è attorno all’uomo; patrimonio immenso e prezioso che il Creatore ha affidato all’uomo, come suo alleato, perché lo custodisca gelosamente, lo coltivi intelligentemente e lo perfezioni con perseverante amore. Lo studio porta all’azione per natura sua, questa è la nostra fede e la nostra vocazione. Questa verità è espressa chiaramente da una preghiera della Chiesa: “E’ veramente cosa buona e giusta renderti grazie ed innalzare a Te l’inno di benedizione e di lode, Dio onnipotente ed eterno. Tu hai creato il mondo nella varietà dei suoi elementi, hai disposto l’avvicendarsi dei tempi e delle stagioni e all’uomo, creato a tua immagine, hai affidato le meraviglie dell’universo perché, fedele interprete dei tuoi disegni, esortasse il dominio su ogni creatura, e nelle sue opere glorificasse Te, creatore e Padre per Cristo Signore Nostro”.
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