Il Foglio Gennaio 2017

Gennaio 2017
IL NATALE: DIO FRA NOI
di P.Agostino Bartolini
Diamo inizio alla nostra considerazione sulla solennità del Natale di nostro Signore Gesù Cristo ascoltando le parole del profeta Isaia: “Io sono il Signore tuo Dio che ti tengo per la destra e ti dico: Non temere, Giacobbe, non temere, Israele, io vengo in tuo aiuto oracolo del Signore tuo redentore è il Santo di Israele. I miseri e i poveri cercano acqua, ma non ce ne è. Farò scaturire fiumi su brulle colline, fontane in mezzo alle valli. Cambierò il deserto in un lago di acqua, la terra arida in sorgenti. Pianterò cedri nel deserto, acacie mirti ed ulivi; porrò nella steppa cipressi, olmi insieme con abeti, perché vedano e sappiano, considerino e comprendano ad un tempo che questo ha fatto la mano del Signore, lo ha creato il Santo di Israele: (Isaia 41,13-20). L’Antico testamento tende a Cristo come ad un suo centro naturale. Il Nuovo Testamento è Cristo che compie l’opera che il Padre gli ha affidato. Per questo suo volere e mandato la Chiesa continua questa opera e, sotto l’influsso dello Spirito Santo, la rinnova lungo il corso dei secoli fino a che Cristo ritornerà per tutta l’umanità e riconsegnarla al Padre. Tutti gli uomini che compiono qualcosa di buono nel mondo collaborano alla realizzazione del piano di salvezza di Dio. Molti, non conoscendo né Dio, né il suo Cristo, vi collaborano in modo inconscio e Dio tiene certa- mente conto di ogni buona volontà. Il cristiano, tuttavia, è colui che conosce il piano di amore concepito da Dio. Sa di essere chiamato da Cristo a realizzarlo nella Chiesa e vi aderisce con tutta la sua vita cercando di orientarla, in tutte le cose, secondo il volere di Dio. Il cristiano ripete continuamente l’invocazione del Salmo 24: “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella verità ed istruiscimi poiché sei tu il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato”. La grandezza dell’uomo sta nel costruire la storia insieme a Dio. Ascoltiamo, ancora, le parole profetiche di Isaia che suscitano fede e fiducia nel nostro cuore verso Dio: “Io sono il Signore e non ce n’è alcun altro. Io formo la luce e creo le tenebre. Io il Signore compio tutto questo. Stillate, cieli, dall’alto, e le nubi facciano pio- vere la giustizia. Si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia. Io il Signore ho creato tutto questo…..volgetevi a me e sarete salvi, paesi di tutta la Terra, perché io sono Iddio e non ce n’è altri, Lo giuro su me stesso: dalla mia bocca esce una parola di verità, una parola irrevocabile.” (Isaia 45, 7-23). Il Natale è la grande manifestazione dell’amore di Dio verso gli uomini. “Dio ha tanto amato il mondo da mandare il figlio suo nel mondo, non a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo, affinché che crede in Lui non perisca ma abbia la vita eterna.” (Giov.). Anche il profeta Geremia, parlando a nome del Signore, si rivolge al popolo con queste parole “Con amore eterno ti ho amato, per questo mi sono chinato fino a te per innalzarti fino a me.” Noi ammiriamo alcuni grandi personaggi dell’Antico Testamento per i loro rapporti intermediati con Dio. Prendiamo, ad esempio, Noè, Abramo, Giacobbe, Mosè, Giosuè ed altri; ma noi che viviamo nella pienezza dei tempi non abbiamo da invidiare nulla ad essi, anzi, veramente, siamo gran- demente più favoriti perché abbiamo contemplato, con i nostri occhi, il Verbo di Dio incarnato, fattosi bambino, deposto sul fieno della mangiatoia. Egli è la perfetta immagine visibile del Dio invisibile, la compiacenza del Padre, l’avveramento delle antiche profezie, la gioia e l’ammira- zione degli angeli, il centro ed il fulcro della storia, la speranza e la salvezza degli uomini. Gesù Cristo luce da luce, Dio vero da Dio vero, pane di vita, è la verità, è l’Emmanuele, Iddio con noi, in mezzo a noi. Terminiamo questa nostra considera- zione sulla solennità del Santo Natale ascoltando alcune esortazioni e riflessioni di S. Leone Magno Papa: “Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato, rallegriamoci! Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché, il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero da colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo perché si avvicina al premio: gioisca il peccatore perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano per ché è chiamato alla vita. Alla nascita del Signore gli angeli cantano, e con essi cantiamo anche noi tutti con letizia riconoscente: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini tanto amati da Dio”. Con buona volontà ed impegno accogliamo questa pace e diffondiamola attorno a noi col dono della verità e dell’amore.
[dm]74[/dm]