Il Foglio Febbraio 2018
Febbraio 2018
L’ASSEMBLEA
di P. Agostino Bartolini
Tutta la comunità dei credenti, divenuta popolo sacerdotale, come ci rivela la prima lettera di S. Pietro ed il libro dell’Apocalisse, purificata dal sangue di Gesù Cristo e dall’acqua del battesimo, può oramai dialogare con Dio senza intermediari. I ministeri ecclesiali di cui alcuni consacrati dal sacramento dell’ordine costituiscono una funzione necessaria e permanente nella comunità, ma non danno privilegi, né si sostituiscono al popolo di Dio nell’esercizio del suo sacerdozio, prolungamento, come corpo, del sacerdozio di Cristo che ne è il capo. La Chiesa, sacramento visibile di salvezza, è il corpo mistico di Cristo. Segno sacramentale di questa regalità è l’assemblea dei suoi fedeli. Lo assicura, ripetutamente Egli stesso con le parole: “Dove sono due o più persone riunite nel mio nome io sono in mezzo a loro”. Ed ancora, agli Apostolo presenti alla sua ascensione: “Sarò con voi fino alla fine dei secoli”. Il ritrovarsi insieme nel nome di Cristo attraverso i secoli ed in tutti i luoghi, annunziando la sua morte e proclamando la sua resurrezione nell’attesa della sua venuta, dona solidità all’assemblea, costituisce una comune testimonianza di fede e di amore reciproco; costituisce un anticipo della gioia e della gloria riserbata ai santi di Dio nell’assemblea definitiva in Paradiso. Consolidiamo l’impegno ad amare l’assemblea di cui, per grazia di Dio facciamo parte, ascoltando attentamente le parole che lo Spirito Santo rivolge alla Chiesa: “Fratelli, avendo piena fiducia di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che Egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne; avendo noi un sacerdote grande sopra la Casa di Dio, accostiamoci, con cuore sincero, nella pienezza della fede con il cuore purificato da ogni cattiva coscienza e con il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza perché è fedele colui che ha promesso. Cerchiamo di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone senza disertare le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci invece a vicenda, tanto più che potete vedere come il giorno si avvicina”. (Ebrei 10, 19 – 25).Nelle parole del libro succitato abbiamo la viva testimonianza di una comunità di credenti unita dalla carità, dice il libro stesso: “Erano tutti un cuore solo ed un’anima sola”. Abbiamo l’esempio di un’assemblea che, sotto la guida degli Apostoli, partecipa alla liturgia della parola di Dio, alla liturgia della ed alla liturgia eucaristica. Ai cristiani di tutti i tempi e di tutti i luoghi fa bene, sotto ogni punto di vista, sentire il bisogno e realmente ritrovarsi insieme per aiutarsi vicendevolmente a vincere le molte difficoltà che si incontrano quotidianamente nel cammino sulle strade del mondo che insidiano pure interiormente la mente ed il cuore per animarsi alla fedeltà ed alla perseveranza. Siamo figli di Dio, membri della Sua famiglia, siamo fratelli fra di noi. Il comandamento nuovo che ci riguarda è l’amore scambievole. E’ logico allora che, se veramente ci amiamo, dobbiamo sentire la necessità di ritrovarsi insieme fra di noi perché questo ritrovarci nella comune fede e nella carità, ci dona la sicurezza che Cristo è con noi; siccome Egli è con noi nessuno e nulla può essere contro di noi. L’assemblea cristiana ha varie dimensioni. Soffermiamoci su tre di esse: escatologica, eucaristica e impegnativa. La liturgia celeste è prefigurata dalla liturgia terrena, noi partecipiamo, già pregustandola, quella celeste. Ci sentiamo uniti agli angeli ed ai santi nella contemplazione e nel godimento del volto di Dio e partecipiamo, con essi, al canto di gloria al Signore. L’assemblea liturgica, ed i singoli partecipanti, prendono piena coscienza del profondo legame esistente fra la liturgia terrena e quella celeste e si rendono testimoni ed interpreti dell’attesa della Chiesa intera, anelante alla piena e definitiva sua rivelazione nella Gerusalemme celeste. Concludiamo con qualche considerazione sull’assemblea impegnativa rimandando quella liturgica ed eucaristica ad una riflessione più attenta e profonda. Si tratta proprio di un impegno dell’assemblea, impegno veramente comunitario; un impegno di avvicinamento sempre più verso Dio mediante la pratica di una vita veramente santa e di una testimonianza di sincero interessamento per il bene e la salvezza di coloro che sono al di fuori. Il mandato di Cristo ai suoi Apostoli è molto esplicito: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Insegnando loro ad osservare tutte le cose che io ho comandato a voi. Ed ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. (Mt. 29,19).
[dm]86[/dm]