Chi era Padre Agostino
INFANZIA E VOCAZIONE
Agostino Bartolini nasce il 6 agosto 1918 a Poggiolo, frazione di Borgo San Lorenzo. Il giorno successivo è battezzato nella chiesa di Sant’Ansano. Nel 1925 riceve il primo incontro con Gesù sacramentale. Così lo descrive nei suoi ricordi: “Giorno bello, giorno di pura gioia, giorno di paradiso”.
Nel febbraio del 1933 in un cassetto di un armadio di casa trova la vita di San Filippo Benizi e la legge; a metà del libro Agostino ha visto come aprirsi il cielo davanti a sé: ormai è trasformato e la vocazione si è fatta sentire fortemente e distintamente, pur sempre in mezzo a dubbi e prove della vita.
IL CAMMINO NEL CARMELO
Nell’anno 1934 viene presentato per l’ingresso in seminario diocesano ma non è accolto. Nell’autunno dello
stesso anno entra nella famiglia del Carmelo nel convento del Carmine di Firenze.L’11 ottobre del 1936 inizia l’anno di noviziato caratterizzato da dure prove, molta sofferenza vissuta in silenzio e ringraziando Dio.
La professione semplice nel Carmelo avviene il 12 Ottobre 1937, mentre lo stesso giorno dell’anno 1940 emette la Professione Solenne.
Superati fra molte prove fisiche e spirituali i difficili anni della seconda guerra mondiale, il 29 giugno 1945 viene ordinato sacerdote nel Duomo di Firenze e celebra la sua Prima Messa solenne nella Chiesa del Carmine di Firenze il 16 luglio festa della Madonna del Carmelo.
Dal suo diario sappiamo che nei due anni successivi pur dovendo terminare gli studi è afflitto da una improvvisa e totale incapacità allo studio, confortata da una voce ben distinta in sé che lo conforta dicendo: “Non affliggerti e non dubitare, ma stai tranquillo e vai pure perché molte persone sono ad aspettarti”. Da quel momento inizia la sua missione di consolazione e direzione di anime in pena e di cuori afflitti, che da molte parti si rivolgono a lui. Il Signore concede a lui grazie e doni particolari che gli permettono di riportare la speranza e la pace nei cuori, l’armonia nelle famiglie, l’amore e l’attenzione ai bimbi, agli anziani e ai malati, alleviando con la carità, la preghiera e il sacrificio le pene di tante persone.
L’INCONTRO CON AMATA E LA NASCITA DE “LA FAMIGLIA”
Fra tante anime bisognose di consolazione e guarigione, il 1 gennaio 1948 Padre Agostino incontra Amata
Cerretelli e insieme a lei, per volere di Dio, il giorno 21 dello stesso mese da vita al progetto “La Famiglia”, nato per promuovere la preghiera, l’aggregazione e la fraternità fra la gente.
Questo il suo desiderio, secondo i suoi scritti: “Scopo de “La Famiglia” è l’incontro e l’intesa fra gli uomini, affinché questi conoscendosi, si intendano e si aiutino, completandosi a vicenda, per giungere a formare tra loro una società nuova, una realtà sociale e cristiana sull’esempio della prima comunità di Gerusalemme”.
Da quel momento, fino all’Ottobre dell’anno successivo Padre Agostino è di comunità nel convento della Castellina. In questo periodo attorno a lui si riuniscono quasi ogni giorno moltissime persone le quali formeranno la sua grande famiglia spirituale, pagata a prezzo di grandi pene spirituali, tante fatiche e difficoltà, ma sempre sostenuta dal Signore attraverso molteplici grazie e consolazioni.
Nell’ottobre del 1949 viene allontanato e trasferito, in nome dell’obbedienza, al Carmine di Lugo di Romagna, continuando da lontano la sua missione soffrendo però la segreta paura di veder distruggere tutto il suo progetto. Ma a distanza di anni ha sempre commentato: “il progetto “La Famiglia” non si è spento ma si è rafforzato proprio grazie a questi anni”.
Dal 1951 al 1962 viene trasferito più volte da un convento all’altro tra Firenze, Lugo di Romagna e Pisa, vedendo crescere, nonostante, tutto il numero dei suoi “figli”.
Il 26 gennaio 1963 muore Amata Cerretelli, dopodiché fino al 1969 dimora nel Convento di Ravenna.
Dall’Ottobre del 1969 è sempre stato al Convento di S. Lucia alla Castellina, dove è deceduto il 27 settembre 2012.
COSA CI LASCIA
In un biglietto del 1968 abbiamo trovato scritto: “I miei discepoli, la loro santificazione: ecco lo scopo della mia vita”.
Riassumere la sua opera di pastore di anime svolta in questi 43 anni al convento della Castellina non è impresa facile, perché negli occhi e nei cuori di ciascuna delle persone che lo hanno conosciuto, è conservato un pezzo della sua storia e una grazia particolare ricevuta.
Vogliamo ricordare le numerose comunità da lui fondate, seguite e dirette con statuti propri: La Comunità
Secolare, La Comunità Mater Dei, il Gruppo Giovani Fraternità e le comunità di famiglie e religiosi con sede al Carmine di Firenze e alla Castellina.
Il suo amore per la preghiera, per la salvezza delle anime e per l’unione tra i fratelli hanno dato vita a numerosi gruppi di che portano avanti la sua missione in mezzo alla gente e sostengono con il loro impegno le sue intenzioni.
Il suo amore per lo sport in genere e per il ciclismo in particolare ha dato vita al Centro Spirituale del Ciclismo che la federazione ci ha riconosciuto nel 2007.
Il suo amore al Carmelo e alla Vergine Maria ha dato vita a tante vocazioni nella nostra famiglia ed ha incoraggiato tanti giovani a scelte radicali nei seminari.
Il suo amore per Dio in tutte le sue manifestazioni lo ha portato ad una attività incessante nel mondo del lavoro, politica, arte, cultura, musica, e poesia di cui lui stesso è stato autore e compositore.
Il suo amore per la vita lo ha portato ad abbracciare sempre la croce di Gesù, ma anche a sentirsi legato alla sua famiglia fino all’ultimo respiro, quasi a rammaricarsi di doverci lasciare, con la promessa però, di “restare sempre al suo Convento” e di ricordarsi di tutti noi davanti al Signore.
Ciò che più spesso ci ha ripetuto in vita ce lo dice ora dal cielo: “Vogliatevi bene” in “Onestà, sincerità e rispetto”, “Facendo bene il vostro dovere”, “Prendiamoci per mano” e “Coraggio e avanti”.
Grazie Padre, per tutto e per sempre.
“Amore e verità fu la mia scelta, di amore e verità voglio pensare, di amore e verità io voglio vivere e a tutti quelli che io incontro, di amore e verità voglio parlare!”.
APPROFONDIMENTI:
– Il progetto di una vita: il movimento “La Famiglia”